Marconi: Pinocchio un burattino moderno

di Francesco Gaudiosi
Sinonimo ormai di Compagnia della Rancia in cui è attore, regista, autore, produttore e direttore artistico dal 1988, Saverio Marconi riporta sulle scene Pinocchio, nato nel 2003 e paragonato dalla critica ai grandiosi musical di Broadway. “Un allestimento di difficile costruzione”, confessa l’artista romano, poi aggiunge: “ma la sua buona riuscita ha saputo ripagarmi. E’ sempre un piacere ricominciare con un cast nuovo, mi sono reso conto che questo spettacolo riesce ad arrivare dritto al cuore delle persone. Si parla di una famiglia strana, con Pinocchio che, essendo un burattino, non può crescere. I genitori sono ugualmente contenti, ma lui vuole vivere come i suoi coetanei. Un messaggio forte anche per i grandi che devono allevare i loro bimbi, per poi avviarli ad affrontare l’età adulta con consapevolezza, maturità, e lo stesso affetto di sempre”.
 Ha lavorato con artisti del calibro di Garinei e Giovannini, pionieri della commedia musicale italiana. Cosa significa esprimere musicalmente un racconto?
“Bisogna prima di tutto chiarire che il suono non è mai un’aggiunta ma un continuo: laddove le parole non bastano più, inizia la musica che arriva subito al cuore di chi l’ascolta”. Il segreto dei suoi spettacoli da sempre ben accolti da pubblico e critica? 
“Come diceva Garinei: “Se avessi una formula, non la svelerei”. Sarà la passione per ciò che faccio”. Cosa ha ancora in serbo per i suoi spettatori?
“Stiamo presentando, oltre a Pinocchio, altri tre allestimenti prodotti dalla Compagnia della Rancia: Grease, Cabaret e Sister Act (in coproduzione con il Teatro Brancaccio di Roma). Tra l’altro ora mi sono rimesso a recitare con Variazioni enigmatiche di Schmitt, e al festival di Borgo Verezzi presento Bianco e Nero, titolo preso da Sunset Limited di Cormac McCarthy”.
©RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenti