MANIFESTO DEL
MISERIALISMO
di Manlio Santanelli
Premesso che le
correnti artistiche sono sempre state influenzate dalle condizioni (in primo
luogo quelle economiche) del momento storico in cui sono nate (ma poi hanno a
loro volta caratterizzato quel momento), dopo l’orgia dei manifesti relativi
alle molte correnti del secolo ventesimo, qui si presenta il manifesto di un
nuovo movimento di idee creative, che intendono esprimersi in ogni campo della
cultura, e che nasce dalle attuali condizioni della società.
Detto movimento prende
il nome di
MISERIALISMO
A ridosso del
Minimalismo, che ha connotato gli ultimi tempi manifestandosi in ogni campo
della creatività, il Miserialismo si impone suo malgrado in quanto determinato
dalla assoluta mancanza di mezzi di produzione.
I suoi caratteri
fondamentali sono espressi qui di seguito:
1)
Come
il Materialismo Storico sostiene che la Storia è fatta dai mezzi di produzione,
così il Miserialismo è frutto dei mezzi di prostrazione.
2)
Il
Miserialismo considera opera artistica a tutti gli effetti ogni prodotto che,
condizionato dalla mancanza o, nel migliore dei casi dalla esiguità dei mezzi
di produzione che non siano ad un tempo di prostituzione, stenta a raggiungere
la compiutezza, bella o brutta che sia. Dunque il principio estetico del
Miserialismo non si basa sulla bellezza dell’opera prodotta ma sullo sforzo di
averla prodotta con il minimo costo, se non proprio a costo zero.
3)
Il
Miserialismo propugna la sua ragione fondante sul volontariato dell’artista.
Costui non deve in assoluto pretendere che il prodotto del suo ingegno venga in
qualche modo remunerato. Il riconoscimento da parte del pubblico, che pure è un
suo inalienabile diritto, punta sul binomio Fama-Fame.
4)
Il
Miserialismo, per tenere fede al suo fondamento ideologico, deve ignorare le
Istituzioni. Nella piena convinzione che la creatività, privata del sostegno
pubblico, va decisamente incontro a difficoltà bibliche, tali da ridurre le sette
piaghe d’Egitto’ a piccoli incidenti di percorso, trarrà nuova linfa dagli
insuccessi dagli aborti, dalle gravidanze isteriche dei suoi associati. Del
resto, il ricorso alle dette Istituzioni, tutte nessuna esclusa, neanche il
Ministero della Difesa dell’Endecasillabo, è fatalmente votata all’insuccesso.
Si incorre in uno sgradevole confronto, dal quale le Istituzioni escono
agevolmente trionfanti grazie alla ben
nota argomentazione. “Voi artisti giocate, vi divertite, cosa pretendete da
noi, che vi si paghi il divertimento? Dovete essere impazziti. Rispondete:
anche quando andavate all’asilo giocavate, con i cubi, con il lego, con i
pennarelli. Ma allora ci pagavate la retta. Siateci grati del fatto che vi lasciamo
giocare ancora, e divertirvi come allora, senza pretendere nessuna retta da voi”.
5)
Quanto
al teatro, la parola recitata ascende al trono della sovranità, vuoi perché è
arduo farne a meno se si vuole raccontare una storia, vuoi perché – elemento
che taglia la testa al topo (che costa molto meno del toro) - non comporta
alcuna spesa. Se rivolgiamo un pensiero agli spettacoli di un tempo, alle
scenografie faraoniche, agli impianti di illuminazione sempre più al passo con
i tempi, il Miserialismo bolla quell’epoca col marchio della prodigalità fine a
se stessa, della dissipatezza come perversione della essenzialità (il primo
principio del nostro manifesto), della mania suntuaria, del Borrominismo che
merita di venire aborrito. Lo scenografo che sposa i principi di base del
Miserialismo ha a disposizione tutti i ‘neri’ che vuole, vale a dire i tre
fondali del Palcoscenico, e come luce una candela o più di una, ma sempre se
necessaria, ossia se in mancanza di essa non si può fare lo spettacolo. A chi
obiettasse che il nero è funereo, è il colore del lutto, dalla mortificazione
degli occhi, il Miserialismo risponde che trattasi di soggetti ossessionati
dall’idea della morte. A costoro, inoltre, sentiamo il dovere di ricordare le
parole di Francesco di Assisi quando diceva che la morte è nostra sorella. Ne
consegue che uno spettacolo in cui la scenografia si limiti all’uso dei tre
‘neri’ d’obbligo non solo si attesta sul livello minimo dei costi, ma sortisce
anche l’effetto di risultarci familiare attraverso il rapporto con Sorella
Morte.
6)
Sempre
in tema di teatro, a che serve il sipario? Molti sostengono che sia metafora
delle due palpebre che si aprono su un nuovo mondo. Il Miserialismo respinge per
principio le metafore con la motivazione che dietro di esse il più delle volte
si nasconde l’incapacità di dire pane al pane e vino al vino. A voler glissare
sul fatto che anche il pane e il vino hanno un costo, tornando al sipario il
Miserialismo si chiede perché illudere lo spettatore prospettandogli un viaggio
meraviglioso, quando alla sua apertura non gli si offre niente di nuovo, men che
meno lo specchio di Alice. Inoltre, va tenuto conto che il sipario non si apre
da sé, richiede un siparista, e dunque una spesa aggiuntiva.
7)
A
riprova dei vantaggi del Miserialismo, siamo già in grado di fornire qualche
esempio di successi ispirati a tale movimento:
a)
Un
“Amleto” in cui il protagonista indossava un jeans stracciato alle ginocchia e
una maglietta con l’immagine di Adriano Ronaldo, il re e la Regina avevano sul
capo due scolapaste come corone, e il duello finale, in mancanza di spade, si
risolveva a sputi in faccia.
b)
Uno
spettacolo wagneriano il cui produttore, non avendo le possibilità economiche
di procurarsi un teatro lirico, ha chiesto ospitalità alla Curia. La Curia gli
ha generosamente messo a disposizione una chiesa sconsacrata, chiedendo come
contropartita soltanto il cambio del titolo, da “La Walkiria” a “Walkyrie eleison”
8)
A
parziale conclusione di quanto detto (soltanto queste possiamo permetterci, le
conclusioni totali costano di più), Il Miserialismo invita tutti a riflettere
sui rischi che si annidano nella retorica delle Istituzioni, le quali, quando
non sanno indicare in che direzione bisogna orientarsi, ci incitano a guardare
all’Europa e all’euro. E’ una deformazione mentale, la quale appare nella sua
evidenza se si considera che la demagogia dominante nasconde di aver sottratto
ai due termini suddetti una ‘n’, che se rimessa al suo posto li farebbero riapparire
nella loro vera luce di Neuropa e Neuro.
9)
Infine,
il Manifesto del Miserialismo richiede a ciascuno dei suoi firmatari un
esercizio quotidiano, consistente nell’emissione di aria dalle due labbra
strette, manifestazione comunemente detta pernacchia. Quando le capacità dei
firmatari in detto esercizio avrà
raggiunto un affiatamento armonico tale, da poter gareggiare con i Berliner
Philharmoniker, verrà organizzato un raduno sotto i palazzi delle Istituzioni, con
la nobile finalità di far pervenire ai suoi rappresentanti un corale segno di
apprezzamento (a prezzo stracciato).
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