“Eduardo o Beckett non fa differenza per una vera attrice”: San Ferdinando, Pagano diretta da Pasqual

di Umberto Sarnelli

Tra gli artefici della vita teatrale napoletana degli ultimi cinquant’anni, sicuramente occupa un posto di rilievo Angela Pagano. Attrice versatile nel corso della sua lunga carriera, a partire dal suo debutto con Eduardo in La fortuna con l’effe maiuscola, ha spaziato tra televisione, cinema e, naturalmente, tanto palcoscenico. Ha lavorato con i più grandi nomi del panorama artistico nazionale tra cui, oltre a Eduardo, Pupi Avati, Patroni Griffi, Lina Wertmuller e tanti altri. Di recente è stata tra le interpreti, nel ruolo della prima corifea, dell’Orestea di Eschilo diretta da Luca De Fusco al Mercadante. Dal 17 aprile all’1 maggio, al teatro San Ferdinando di Napoli, la Pagano sarà Winnie, la protagonista di Giorni felici di Samuel Beckett con la regia di Lluis Pasqual.

Signora Pagano, lei è un’attrice di tradizione ma con una grande esperienza anche nel teatro in lingua, avendo affrontato la tragedia greca e poi Brecht e Beckett, appunto. Quali sono le difficoltà e le differenze, se ce ne sono, di passare dal vernacolo all’italiano soprattutto quando si affrontano testi così complessi?
“Non ce ne sono. Passare dal napoletano all’italiano significa passare da una lingua a un’altra perché il napoletano è una lingua e comunque un’attrice è un’attrice sempre, qualsiasi cosa reciti, altrimenti non è una vera attrice. Un’artista si mette in gioco ogni volta che affronta un nuovo impegno teatrale e per questo non pensa alle differenze o alle difficoltà. La difficoltà, caso mai, è insita nel testo: uno importante come Giorni felici richiede uno sforzo interpretativo maggiore rispetto a un altro più accessibile”.

A volte, però, il desiderio di recitare testi in italiano, per attori dialettali c’è. Mi viene in mente che uno dei motivi – tra molti altri – che portarono alla separazione tra Eduardo e Peppino fu proprio la necessità di Peppino di voler recitare in italiano. Con testi in lingua si poteva arrivare ad un pubblico più vasto con maggiore soddisfazione per gli attori. Lei che ne pensa?
“Eduardo è stato un grandissimo autore, oltre ché attore e regista, e scriveva le sue opere per se stesso. Peppino era un grandissimo attore, ma, in quanto autore, non aveva la statura del fratello. Il suo, quindi, era soprattutto il tentativo di emanciparsi da Eduardo”.

Torniamo a Beckett. Con questo spettacolo lei va a infoltire la schiera delle grandi attrici italiane che l’hanno preceduta, da Anna Proclemer ad Adriana Asti a Giulia Lazzarini, giusto per citarne qualcuna. Una bella soddisfazione…
Una professionista le soddisfazioni le trova sempre indipendentemente da ciò che recita”.

In Giorni felici lei sarà diretta da LluisPasqual, un regista catalano esperto di Garcia Lorca, ma anche uno studioso di Beckett. Per La signorina Giulia al Teatro Nazionale di Napoli la regia è stata affidata al cileno Cristiàn Plana. A Napoli, in questi ultimi tempi circola “aria” latinoamericana…
“È stato Luca De Fusco, grazie a una intelligente intuizione, a voler portare a Napoli esperienze diverse. In prevalenza registi di lingua spagnola, ma non solo. Io stessa in un imminente futuro sarò tra le interpreti delle Troiane con la regia di Valery Fokin, un valente regista russo e attuale direttore artistico dell’Alexandrinsky Theatre di San Pietroburgo”.



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