Max Giusti in formato antologia tra video, parodie e monologhi. Il comico romano ad Avellino con i suoi personaggi più riusciti
di Viola de Vivo
Il
titolo dello spettacolo suona un po’ come un catalogo. E in effetti con “Pezzi
da 90” Max Giusti porta in scena una galleria dei suoi personaggi più riusciti.
Eppure, parlando di questo suo ultimo lavoro, che lo vede tornare in teatro
dopo ben 7 anni, il mattatore romano ha promesso scintille, definendolo «il più
comico e irriverente che io abbia mai fatto». Dopo tanta tv istituzionale, insomma, l’esigenza è quella di un rapporto diretto col pubblico, per «passare a qualcosa
di un po’ più “ruvido”». Non solo imitazioni, dunque: il copione, scritto a sei
mani insieme a Marco Terenzi (che è anche regista) e Giuliano Rinaldi, ha una
struttura estremamente dinamica, scandita dall’alternarsi tra parodie e
monologhi, con contributi video, aneddoti e canzoni.
Ma
chi sono i “Pezzi da 90”? In primo luogo vip e affini, in un’esilarante
passerella delle più celebri interpretazioni di Giusti, da quelle ormai
collaudate a quelle di più recente sperimentazione. Ecco allora che
l’immancabile Cristiano Malgioglio diventa il sosia del capo dello Stato Mattarella, ed ecco che, accanto agli intramontabili
Claudio Lotito e Al Bano Carrisi, compaiono
anche il protagonista di “Cinquanta sfumature di grigio” e addirittura papa
Francesco.
Ancora:
Biagio Antonacci, Terence Hill, Ligabue, Vasco Rossi, Francesco De Gregori,
Pier Luigi Pardo e tantissimi altri. E in uno show dissacrante, volto
esplicitamente a prendere in giro l’assurda realtà che ci circonda, possono
avere diritto di cittadinanza tra i “Pezzi da 90” anche eroi e antieroi del
quotidiano, come ad esempio «gli unici che sono riusciti a trovare lavoro in
Italia: un egiziano con l’ortofrutta, un cinese ‘tuttoauneuro’ e un prete
africano di provincia». Le varie figure compaiono sia in video che live, e il
tutto è condito da brillanti numeri musicali dal vivo, eseguiti da un’affiatata band.
Poi,
quando il comico sveste i panni dei suoi personaggi per essere semplicemente
Max Giusti, lo spettacolo si trasforma in una chiacchierata a tu per tu con il
pubblico, che viene spesso sorpreso e stuzzicato, diventando parte attiva della
performance. Giusti si sbottona, svela segreti e retroscena del piccolo
schermo, racconta episodi della sua infanzia, rompe alcuni suoi tabù (uno su
tutti: per la prima volta parla di sesso). Accanto ad argomenti più leggeri non
mancano temi di maggiore impegno, come la complessità del rapporto
genitori-figli, il delicato problema dell’integrazione e la piaga sempre
tristemente attuale della disoccupazione. Su tutti Max interviene con
l’umorismo genuino che lo contraddistingue, e con quello spirito guascone ma
garbato, che è l’unico fil rouge tra i diversi momenti: stimolare la
riflessione ma senza prendersi troppo sul serio, e avendo sempre come obiettivo
primario le risate e il divertimento di chi ha scelto di passare una serata in
sua compagnia.
Un
grande calderone, insomma, per un one-man-show
che punta tutto sul ritmo. E considerando che dura due ore e un quarto senza
intervallo, si capisce il perché. “Pezzi da 90” (produzione AB Management) è al
Gesualdo di Avellino il 2 e 3 aprile.
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