Sipario aperto ai confini di Gomorra- Il coraggio del Nostos: spettacoli, laboratori e la rassegna Approdi

Di Emma Di Lorenzo
Al suo secondo anno di rassegna Approdi, il Nostos Teatro deve l'origine del suo nome al termine greco “viaggio”. Nato dal sogno dei suoi tre direttori artistici: Giovanni Granatina, attore e regista, Gina Oliva, costumista, e Dimitri Tetta, attore e musicista, questa piccola/grande famiglia, come amano definirsi, è formata da un gruppo di spettatori, organizzatori e manovalanza attiva del teatro che ha 'costruito' un luogo di incontro sempre pieno di giovani in una terra di confine, attigua alla più nota 'Gomorra', ma con non meno problemi. Un luogo non semplice come Aversa ha ospitato artisti nazionali, e persino internazionali, vantando l'apertura di entrambe le rassegne con la poesia degli spettacoli di Vladimir Olshanski, attore clown del Cirque du Soleil e di Slava Show. Con un'unica produzione propria per l'anno in corso, Sin Aire, regia di Silvana Pirone, con Sara Scarpati, Maria Teresa Vargas e Giovanni Granatina, e lavori provenienti da tutta Italia, il Nostos Teatro è stato casa di spettacoli sempre diversi: vincitori di premi per l'infanzia La volontà di Cèsar Brie e OUT della compagnia UnterWasser - di impegno sociale - Assenti per sempre, monologo a due voci sui desaparecidos di e con Umberto Terruso - di teatro danza - INRI della compagnia Zerogrammi – e delle rassegne a cappello, Sciapò, e di improvvisazione di Coffee Brecht.
Grande è il lavoro di laboratorio con i circa cinquanta allievi del Nostos Teatro, di diverse età e provenienza: tre corsi dedicati alle differenti fasce anagrafiche con, tra gli elementi di studio, recitazione, mimo, dizione, canto e creazione di costumi, scenografie e maschere, due laboratori sul clown attore tenuti da Olshanski e, a maggio, La voce prima, condotto da Ciro Carlo Fico, un percorso alla scoperta della vocalità che esplora le diverse possibilità espressive della voce. Proprio al Nostos Teatro sarà in scena il 9 e 10 aprile La volontà di César Brie. Lo spettacolo, premiato ai Teatri del Sacro, racconta la storia di Simone Weil, operaia, sindacalista, insegnante, scrittrice, storica, poetessa, drammaturga, combattente, filosofa, contadina, morta di stenti a 33 anni, in esilio. "Si occupava degli uomini e dimenticava se stessa". Due volti e voci sono al servizio dei "frammenti di Simone Weil", César Brie e Catia Caramia: attraverso di loro il disegno dell'universo, le stelle, la violenza e la denuncia.

Tutto questo al Nostos Teatro, in attesa della terza edizione di Approdi.

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