"Da Annibale? Mi separa non un punto ma una virgola"

Di Manlio Santanelli

Quando Isa Danieli mi propose di elaborare una trama per Serata d’amore la mia prima reazione fu di imbarazzo, di disagio nel dover ‘mettere le mani’ sull’opera di un autore a me particolarmente vicino per sensibilità e per comunione di intenti, essendo entrambi animati dal proposito più o meno consapevole di dare una svolta alla drammaturgia napoletana, che a quell’epoca si identificava quasi per intero con il teatro di Eduardo.
Passato il primo sconcerto avvenne qualcosa di singolare: proprio le considerazioni che all’inizio mi avevano messo alle corde mi apparvero sotto forma di un sicuro viatico per quella operazione. Chi meglio di me, pensai, che lo avevo conosciuto a fondo e stimato per quel che valeva (ed era tanto!) avrebbe potuto accostarsi ai suoi testi con onestà intellettuale e un apporto che ne rispettasse a pieno il messaggio teatrale? Avrei dovuto limitarmi a mettere a tacere quelle piccole differenze che esistevano tra di noi, e porre la mia esperienza al servizio dei valori che la sua opera intendeva affermare. Fu appunto in quell’occasione che mi venne di formulare la seguente riflessione: ci sono persone dalle quali ci si separa con un punto fermo, io e Isa ci eravamo separati da Annibale con una virgola.

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