Lina Sastri: "Canto, ma a modo mio"

di Giuseppe Giorgio

Con il suo nuovo spettacolo Mi chiamo Lina Sastri, l'attrice e cantante, risponde a quanti, pur amandola e riconoscendola, le chiedono ancora come si chiama. Un lavoro in programma il 5 novembre a Pomigliano d’Arco e il 19 a Pagani, prima di arrivare a Napoli dal prossimo 13 gennaio al Teatro Trianon, e dopo il debutto del 4 ottobre al Quirino di Roma. Prodotto dall'Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro, lo spettacolo scritto e diretto dalla stessa Lina Sastri, proporrà anche un'idea scenica ed il disegno luci di Alessandro Kokocinski, basandosi sulla direzione musicale e gli arrangiamenti di Maurizio Pica e sull'accompagnamento di Filippo D'Allio alla chitarra, Gennaro Desiderio al violino, Salvatore Minale alle percussioni, Gianni Minale ai fiati, Pino Tafuri al piano e Antonello Buonocore al contrabbasso.
Lina, un testo che la vedrà di nuovo alle prese con una recitazione intrisa di musica?
“Dopo tanti spettacoli dove le note si fondono con il teatro come: Cuore mio, Melos, Mese Mariano, Concerto Napoletano, Canzone Napulitana, Corpo Celeste, Per la strada, Linapolina, Le stanze del cuore e Appunti di viaggio, questo lavoro mi lascia riprendere il mio gioco con la musica. Si tratta di un viaggio emozionale e onirico dove, tra passato e presente, porto avanti la mia ricerca cantando a modo mio la musica della mia terra”.
Come vive il suo aver anticipato i tempi nell'unione tra il canto e la recitazione?
“Mi ha fatto piacere aprire la strada ad una forma di spettacolo a cui oggi si dedicano in tanti e che non ritengo affatto facile”.
In Mi chiamo Lina Sastri, il pubblico cosa troverà?
“Non amo anticipare il contenuto di uno spettacolo che non ha ancora debuttato, tuttavia, posso dire che il lavoro conterrà una grande cifra di immaginazione. Lo stesso si baserà soprattutto sui miei testi e su qualche incursione nel mondo del teatro di tradizione e di Eduardo con la sua ‘Filumena’, fino a giungere attraverso un percorso fra l'ieri e l'oggi, a Nino Rota e Pino Daniele”.
Parlando di Lina Sastri regista, cosa ha inteso racchiudere nel suo lavoro?
“Una sorta di tributo all'anima femminile, all'amore, alla solitudine, alla ferita, alla sconfitta, alla rinascita, alla speranza, al coraggio. Penso e scrivo per immagini e in questo spettacolo, il racconto è poetico ed istintivo”.

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