Mafia, camorra e 'ndrangheta:si alza il sipario nelle terre deconfiscate

di Gabriella Galbiati

Lo scorso settembre il regista Giovanni Meola ha dato il via ad una rassegna di teatro civile in un bene confiscato alla camorra con tre storie: una di camorra, una di ‘ndrangheta e una di mafia.
“È sempre un rischio – spiega Meola - far nascere un nuovo progetto quando si cerca di coniugare più cose, come il farlo in un bene confiscato non ancora assegnato (l’ex Tenuta Magliulo ad Afragola), quindi di fatto 'nudo' e in parte disagevole, intrecciandolo con le istanze di un teatro che intenda raccontare in modo non banale le tare malavitose della società alle prese con invadenza e presenza massiccia delle varie mafie. Teatro Deconfiscato, da me ideato e diretto (prodotto da Virus Teatrali in collaborazione col Comune di Afragola), si è appena concluso e posso dire che il rischio valeva la pena di essere corso: 3 spettacoli di forte impatto, un pubblico attento e sensibile, ma soprattutto variegato. Io e i miei collaboratori, attivi sul territorio per settimane, siamo riusciti ad interessare persone provenienti da diversi strati sociali e questo rappresenta per noi uno dei massimi obiettivi prefissi. Anche l'altro, quello di proporre tre spettacoli di alto profilo artistico, a valutare da applausi e commenti del pubblico, pare essere stato raggiunto”.
La rassegna, ad ingresso gratuito, ha rappresentato temi abbinati al luogo: L’infame di Giovanni Meola con Luigi Credendino; Panenostro di Rosario Mastrota con Andrea Cappadona; U Parrinu di e con Christian Di Domenico.

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