Di Benedetta
Bartolini
Dal 13 al 15 gennaio, sul palco del Teatro Comunale Paravidino di Caserta, va in scena una riscrittura in chiave moderna, a cura di Edoardo Erba, della celebre opera di Goldoni La locandiera, con protagonista Laura Morante diretta da Roberto Andò. Lo spettacolo, prodotto da Nuovo Teatro, rappresentò nel suo tempo un’evoluzione della Commedia dell’arte per l’inusuale scelta del drammaturgo di caratterizzare i personaggi, assurgendoli ad emblemi dei valori della nuova borghesia in ascesa. Oggi i tempi sono cambiati e anche la celebre e indipendente Mirandolina, lo è. Viene presentata in una veste più attuale, adattata al contesto del mondo. Si rappresenta l’evoluzione di una donna, Miranda, rimasta sola e senza soldi, che la porta dal suo essere dipendente dal marito ad una ritrovata indipendenza sentimentale e lavorativa.
Miranda ha
cinquant'anni e ha vissuto per anni all'ombra del suo uomo. Rimasta
vedova e senza figli, si ritrova a ricominciare tutto daccapo, perché
il marito le ha lasciato solo debiti e la casa paterna, su cui grava
un'ipoteca. Un po' per necessità, un po' per vincere la depressione,
Miranda la trasforma in un Bed and Breakfast. Si trova subito al
centro delle attenzioni maschili. Il suo fascino misterioso - che
negli anni del matrimonio ha coltivato poco – la fa essere
corteggiata e contesa: dal padrone di casa a un vecchio notaio,
dall'uomo dell'impresa di pulizia a un giovane cliente dalla
sessualità ambigua. Scopre il gioco della seduzione: la fa essere
più donna di quanto non si sia mai sentita. E diventa capace di
utilizzarlo, soggiogando gli uomini e facendosi aiutare da loro a
superare le difficoltà. Vuole cominciare una nuova vita, ma al
momento opportuno, quando deve decidersi, prevale la concretezza:
sceglierà la casa e chi in quel periodo difficile le è fedelmente
rimasto vicino.
L'opera,
come l'originale, ruota intorno all’astuzia femminile, che
all'occorrenza si manifesta anche nelle donne più miti e sommesse.
Miranda infatti riuscirà, dopo l’iniziale stato di
demoralizzazione, a capovolgere le sue sorti riscoprendo, al
contempo, se stessa e la sua femminilità. Un’astuzia, sia quella
della Mirandolina goldoniana che quella di Miranda della
rivisitazione di Erba, che può sembrare negativa, nel far credere
agli altri ciò che si vuole per manipolarli, giocando coi sentimenti
e la seduzione. Ma il teatro - si sa – è un gioco al di sopra
delle parti e il gioco delle parti tra uomo e donna qui risulta solo
apparentemente invertito, laddove la razionalità femminile fa
tralucere nel finale valori importanti.
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