Di Andrea Jelardi
Dopo il successo ottenuto nella capitale, Luigi De Filippo porta in
scena anche in Campania Natale in casa Cupiello, celebre
copione di Eduardo con cui debutta il 9 dicembre al Teatro
Sant’Alfonso Maria de Liguori di Pagani, proseguendo poi la tournée
a Piano di Sorrento al Teatro delle Rose il 16 dicembre, quindi
al Gesualdo di Avellino il 17 e 18 dicembre, a Eboli al Teatro
Italia il 25 gennaio e infine al Verdi di Salerno dal 26 al 29 dello
stesso mese.
La notissima commedia eduardiana, sicuramente una tra le più amate,
curiosamente ha appena un anno meno di Luigi poiché venne
rappresentata per la prima volta al Teatro Kursaal di Napoli il 25
dicembre 1931 in un atto unico e, successivamente ampliata in tre
atti, segnò nel contempo anche il felice debutto della Compagnia del
"Teatro Umoristico I De Filippo", composta dai tre fratelli
dei quali oggi l’attore e regista è a pieno titolo il massimo
erede e rappresentante vivente; egli, tuttavia, tiene a precisare che
la sua scelta non motivata da ragioni familiari, bensì dal pregio
indiscusso dell’opera: “un capolavoro che valeva la pena
riproporre in teatro la cui missione, oggi, è soprattutto quella di
contribuire a riportare in auge i buoni sentimenti di cui il testo è
ricchissimo”.
È appunto per questo che la sua regia non ha previsto particolari
adattamenti o eccessive modernizzazioni, restando anzi – dichiara –
“fedelissima al testo e solo con qualche piccolissima aggiunta come
quella di far recitare da un attore le didascalie scritte da Eduardo,
allo scopo di chiarire ancor più ciò che il protagonista vede nel
presepe, la sua visione di un mondo migliore, più attento alle
persone e che ama la pace”.
Natale in casa Cupiello, che racconta le vicende di Lucariello
e Concetta e della loro famiglia nei giorni delle feste natalizie e
che ruota appunto intorno al presepio in allestimento, torna quindi
in palcoscenico in tutta la sua originalità e con toni ad un tempo
tragici e comici che danno ancora una volta conferma delle spiccate
capacità di Luigi De Filippo in una missione facile solo in
apparenza poiché per lui - figlio del grande Peppino e nipote
dell’autore - oltre all’impegno professionale c’è comunque una
comprensibile e sentita partecipazione personale, nonché la
responsabilità di tener viva la tradizione dei De Filippo e il suo
straordinario valore; “senz’altro dopo di me - conclude -
nasceranno o ci saranno altri bravi attori capaci di interpretare
questa e altre opere; io intanto ho scelto di farlo, ma senza imitare
Eduardo, portando cioè in scena essenzialmente la mia personalità e
il mio carattere pur consapevole del ruolo di alfiere, di
portabandiera di questo genere di teatro. Il pubblico lo ha capito e
lo ha gradito. A Roma, prima del debutto campano, abbiamo avuto
infatti un riscontro nettamente positivo. È, insomma, una tappa
importante della mia carriera. E a ottantasei anni posso dire che è
un traguardo emozionante ed entusiasmante”.
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