Berlino, il crollo del Muro e il gioco del teatro

ENIGMA L’incontro-scontro tra gli uomini delle due Germanie. Ottavia Piccolo protagonista

di Giuseppe Giorgio

Protagonista insieme al regista ed interprete Silvano Piccardi di Enigma il lavoro scritto da Stefano massini, l'attrice Ottavia Piccolo parla della sua nuova esperienza teatrale sottolineando subito, così come da indicazioni dalla regia, la chiave di lettura del testo tutta contenuta nel sottotitolo: Niente significa mai una cosa sola. Ed è con queste premesse che dopo aver prodotto lo spettacolo insieme con Arca Azzurra Teatro, la popolare attrice di Bolzano, in cartellone al Teatro Nuovo dal 22 al 26 febbraio dopo le recite del 20 al Parravano di Caserta e del 21 al Gesualdo di Avellino, si sofferma pure sulle caratteristiche della messinscena, capace attraverso un Berlino 2009, di analizzare i risvolti di quel fatidico 9 novembre 1989, in cui il Governo della Repubblica Democratica Tedesca (Germania Est), decretò la soppressione del divieto di passare liberamente dall'altra parte del 'muro' che fino ad allora aveva diviso in due la città, il paese e il mondo intero. "Un testo - sostiene Ottavia Piccolo - che oggi a quasi 30 anni dal crollo del 'muro' ci consente di osservare, al di là della storia, quello che è successo tra le persone nate e cresciute sotto la sua ombra".
Ottavia, come definirebbe la storia di Enigma?
"Una storia intrigante, così come suggerisce lo stesso titolo. Una storia che sin dall'inizio mette in allarme il pubblico avvisato nei vari segmenti del lavoro di trovarsi al cospetto di una Berlino datata 2009 e soprattutto di fronte a due personaggi che potrebbero mentire sapendo di mentire. Un lavoro che si trasforma in un gioco per cercare di capire chi mente e per comprendere il perché dell'incontro, non si sa quanto casuale, di due personaggi. Una schermaglia tra due esseri tra i quali non si sa se c'è o c'è stato un rapporto".
Con lei in palcoscenico insieme a Silvano Piccardi, il testo di Massini, porterà tra il pubblico oltre agli aspetti della vicenda legata al crollo del muro di Berlino tutto lo smarrimento e il vuoto che ha accomunato la gente dell'Est ai tanti individui del nostro presente?
"Come ha scritto il regista Piccardi, decifrare di volta in volta il senso della vicenda, sia personale che collettiva, che lega i due personaggi, che svela i loro caratteri e la natura complessa della loro relazione, fa parte di un gioco teatrale che diventa soprattutto quello del pubblico. Vi sono tanti enigmi da sbrogliare come quelli delle due vite che si intrecciano, si scontrano e si confrontano sul palcoscenico e come quello della grande Storia. La stessa che ha portato tanti esseri umani a sentirsi spaesati, smarriti, svuotati e senza riferimenti".
Ci parla del suo personaggio?
"La mia Ingrid è un'insegnante di storia e di lei non si può raccontare molto.Nata a Berlino Est e sostenitrice di quello stesso Stato di cui ha sempre parlato nelle sue lezioni deve improvvisamente rivedere certezze e sicurezze nel nome di una realtà sopraggiunta tanto vicina a quella odierna. Si tratta di un personaggio dallo stesso sentimento di tante persone macinate da venti più grandi di loro e da mutamenti insensibili alle problematiche degli esseri umani".


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