Taccuino d'autore

di Andrée Ruth Shammah

Il prossimo anno, il Pier Lombardo-Franco Parenti compie quarantacinque anni, un anniversario che fa riflettere sulla tenuta di questo spazio che, a detta di tutti, ha contribuito a rivoluzionare la scena italiana, uno spazio sempre aperto alla multidisciplinarietà che si è contraddistinto, particolarmente, per le scelte controcorrente e per i suoi contenuti. Sul palcoscenico di via Pier Lombardo, accanto a Franco Parenti, sono passati i nostri più grandi attori e registi; basti dire che vi hanno debuttato, per la prima volta, Bob Wilson (1975), e che Paolo Conte vi ha tenuto il suo primo concerto, che Eduardo ha recitato le sue poesie, che Strehler ha debuttato, come attore, nell'Orestea tradotta da Severino. Il 16 gennaio 1973 il sipario di tela si alzò sugli Scarrozzanti e su l'Ambleto di Testori; da allora la città, gli intellettuali, gli amministratori, la società civile hanno continuamente testimoniato il loro sostegno, la loro partecipazione, la loro testimonianza. I miei ricordi sono tanti, a cominciare dall'incontro con Parenti, avvenuto durante le prove di La Betia di Ruzzante, con la regia di De Bosio, ma come dimenticare la rosa che Eduardo mi portò in camera una mattina a Roma? Ero ospite a casa sua e seguivo le prove di Natale in casa Cupiello. Ricordo L'"Inno a Milano", letto da Testori con il viso e il volto scavati dalla malattia, ricordo ancora il lungo tempo trascorso con Albertazzi. Ricordo, quando dinanzi al Nuovo Piccolo Teatro, aspettavo mio figlio Raphael Tobia che, quando è nato, l'ho visto sulle braccia di Strehler durante le prove del Faust, e ricordo quell'attimo in cui Franco Parenti, durante una pausa del Timone d'Atene, guardò il mio piccolo accennando verso di lui, come un inchino. E che dire di tutti i filosofi che sono passati dal nostro palcoscenico, da Abbagnano a Severino, a Cacciari, a Quinzio, a Del Noce, a Mathie, a Ferrarotti, etc., degli storici, dei politici, anche internazionali come Gorbaciov.
Siam stati noi a inventare gli Incontri culturali, e a redigere Progetti, dal '73 ad oggi. Dal 2008, il Parenti vanta sei sale, più una piscina incorporata, dove vengono creati degli eventi ad hoc. Personalmente, in questa stagione sono impegnata con tre riprese che stanno girando in tutti i teatri d'Italia: "Il lavoro di vivere di Hanoch Levin, con Carlo Cecci, visto anche a Napoli, Gli Innamorati di Goldoni,  con Marina Rocco, che completerà, molto probabilmente, la sua stagione a Parigi, Una casa di bambola, con Filippo Timi e Marina Rocco.
Durante tutti questi anni non ho mai tradito la mia idea di teatro, caratterizzata dal lavoro sul testo, da quello, molto lungo, a tavolino, forse il più tormentato, da quello sulla recitazione e da quello sullo spazio scenico che ritengo un linguaggio autonomo. Ho superato duecento regie, ma guardo sempre avanti, perchè il futuro non è soltanto colmo di enigmi, ma anche di sogni.

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