Tra un manifesto e lo specchio

Bilancio finale di una stagione di incontri con grandi artisti

Di Daniele De Somma
Foto di Pamela Orrico


Pomigliano d’Arco. L’emozione di vedere alcuni dei più grandi esponenti del teatro italiano sia sul palco che in una platea dove l’artista smette di essere personaggio e racconta se stesso. È stato un modo alternativo di scoprire il mondo del teatro il ciclo di incontri Tra un manifesto e lo specchio, giunto alla seconda edizione, che ha viaggiato parallelamente alla stagione teatrale che il Teatro Pubblico Campano ha dedicato a Pomigliano, una città che per chi non conosce il territorio è solo un piccolo centro industriale, mentre in realtà nasconde un grande fermento culturale, come testimonia il successo di questa iniziativa.

Gli incontri si sono svolti poche ore prima dello spettacolo, in cartellone al Teatro Gloria, all’interno del centro culturale La Distilleria e hanno ospitato, a partire dallo scorso novembre, Giuliana De Sio, Rocco Papaleo, Giovanni Esposito, i Virtuosi di San Martino e Peppe Barra. Stasera ci sarà l’ultimo spettacolo della rassegna teatrale che vedrà sul palcoscenico Lello Arena e Isa Danieli, che insieme interpreteranno «Sogno di Una notte di Mezza Estate» nell’adattamento di Ruggero Cappuccio, liberamente ispirato all’opera di William Shakespeare, con la regia di Claudio Di Palma.
«Ogni conversazione con gli artisti – spiega il curatore della rassegna Roberto Nicorelli docente di Produzione e consumi culturali presso l’Università di Napoli Suor Orsola Benincasa – ha lasciato un buon ricordo negli spettatori, che hanno potuto scoprire lati dei singoli artisti che non conoscevano». Particolarmente significativa è stato quello con Peppe Barra: «Fino a venti minuti prima non avevo certezza della sua presenza, – continua Nicorelli – perché era alle prese con una brutta influenza. Abbiamo avuto con lui un dibattito davvero interessante, lui è una delle memorie storiche di un certo tipo di teatro di tradizione, popolare e colto, che potrebbe essere valorizzato molto di più da Napoli e dal nostro Paese. Durante la nostra chiacchierata è emersa la sua grande autorità artistica, che lo rende fermo e deciso sulle sue posizioni, ma, allo stesso tempo, anche la sua storia professionale fatta di sacrifici, polvere e tradizione.
Spero che la città di Napoli in futuro sappia sfruttare questo artista meglio di quanto non abbia fatto finora. Tra cento anni, sono convinto, sarà considerato al pari delle figure di Pulcinella e Totò».
Suggestivo anche l’incontro con Papaleo ed Esposito, poche ore prima dello spettacolo Buena Onda. I due hanno mostrato al pubblico le loro diversità caratteriali ed artistiche, che sono poi uno dei motivi del successo di questo spettacolo musicale che ha calcato alcuni dei più importanti palcoscenici italiani: «Mentre Giovanni Esposito rispondeva alle mie domande con entusiasmo, – spiega Nicorelli – Papaleolo interrompeva con le sue battute lapidarie ed incontrollabili, e contemporaneamente rullava la sigaretta, si alzava all’improvviso e chiedeva il caffè, divertendo il pubblico».


Ma è stato proprio l’appuntamento inaugurale, dedicato a Giuliana De Sio quello che ha regalato l’aneddoto più divertente: «C’erano state alcune difformità tra la scenografia e il palco – racconta Nicorelli – e così la De Sio aveva voluto provare l’intero spettacolo, quindi all’incontro avrebbe dovuto partecipare solo Enrico Lamanna, regista dello spettacolo, Notturno di donna con ospiti. Poi invece Giuliana De Sio, all’ultimo secondo, decise di partecipare, anche se per poco tempo, portando con lei l’intera compagnia. Rispondeva alle nostre domande, ma aveva chiaramente la testa immersa nelle eventuali difficoltà che avrebbe incontrato sul palco. Ovviamente lo spettacolo è andato benissimo, ma è restato nella memoria di tutti questo momento di vera vita teatrale».


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