Slovacco come Hamsik, Juraj
Valčuha, direttore musicale principale, incontra Strauss
Di Paola de Ciuceis
Di Paola de Ciuceis
Classe
1976, slovacco di Bratislava, tra i più giovani e promettenti
direttori sinfonici della scena musicale internazionale, da questa
stagione Juraj Valčuha,
contesissimo tra le sale e i teatri delle più rinomate istituzioni
del settore, è il direttore
musicale principale del Teatro
San Carlo di Napoli
dov’è approdato con un più che brillante curriculum da Torino
dopo che, tra una collaborazione e l’altra con le maggiori
orchestre del mondo, ha diretto per un settennato la Orchestra
Sinfonica Nazionale della RAI.
Accanto a lui,
una presenza rassicurante, quanto illustre, quale Zubin Mehta, da
quasi mezzo secolo alla guida della celebre Israel Philharmonic
Orchestra e, appunto, direttore onorario del massimo partenopeo, per
una collaborazione della quale Valčuha
è stato da subito entusiasta: “Il maestro indiano è una figura
spirituale di grande prestigio, decisamente importante per la vita
musicale della città e sono molto contento di questo tragitto che
potremo percorrere insieme”. “La
proposta di questo incarico - continua il direttore del Massimo -, è
arrivata dopo il mio ultimo concerto proprio al San Carlo con Daniel
Oren. È stato una piacevole sorpresa. Naturalmente, ho dovuto
valutare bene perché ho un calendario fitto di impegni per i
prossimi tempi. Poi, ho accettato perché a Napoli ho avvertito
subito un feeling positivo per il prestigio che ha il teatro e per le
bellezze e le creatività che offre la città”.
Da
questa ottima base di partenza, serio e determinato, pieno di
energia, Valčuha guarda ad un nuovo corso che, senza trascurare la
tradizione, allunga l’occhio ai giovani sottolineando che
“sicuramente, all’interno della stagione, si darà importanza
alla componente operistica senza tralasciare una connotazione
giovane, attenta alla pluralità dell’offerta musicale. Del resto
il concerto sinfonico è tutto nelle mani del direttore, tutto esce
dal suo braccio, dal suo carisma; diversa è l’opera, con un lavoro
che trova punto d’incontro in quello dei cantanti. È mia
intenzione essere attento ad entrambi gli aspetti”. Ancora, per
quel che riguarda il rapporto con gli orchestrali, Juraj Valčuha
spiega che “l’incontro con un’orchestra è come quello con una
persona, s’instaura un rapporto che si gioca tutto sul piano delle
emozioni ed è in costante evoluzione. È facile passare dal piano
prettamente professionale a quello personale e ritrovarsi a parlare
di musica e scelte musicali con i professori anche fuori orario”.
Naturalmente non esiste solo la musica, anzi, appassionato della
nostra terra e di calcio, il direttore ama la Campania Felix, “terra
fertile che ha generato grandi pensatori, artisti, poeti, musicisti e
tradizioni musicali, ricca di ottimi prodotti frutto della bontà del
clima, culla di genti affabili, sono tifoso del Napoli anche per la
presenza di Marek Hamsik, anche lui capitano come lo sono io e,
coincidenza, mio connazionale”.
Dopo
i primi studi a Bratislava, Juraj Valčuha a 19 anni anni ha
proseguito la sua formazione di Composizione
e di Direzione d´orchestra al Conservatorio
di San Pietroburgo dove è stato allievo di Il'ja
Músin, quindi, al Conservatorio
di Parigi, allievo di János
Fürst e
Jorma Panula;
direttore assistente presso l'Opéra
Orchestre national Montpellier Languedoc-Roussillon, ha diretto
per l'Orchestre
National de France, quindi con l'Orchestre
Philharmonique de Radio France, l'Orchestre
Philharmonique de Nice e l'Orchestre
National du Capitole de Toulouse. Da allora in poi un susseguirsi
di inviti dalle maggiori compagini internazionali sino al debutto.
Con
una predilezione per gli autori a cavallo tra l’ultimo Ottocento e
il Novecento – Janacek, Puccini, Prokof’ev, dopo il concerto di
debutto con la Sinfonia n.
5 in do diesis minore di Gustav Mahler, dicembre scorso.
Prossimo appuntamento con Richard Strauss per Elektra,
l’atto unico su libretto di Hugo Hofmannstahl dall’omonima
tragedia di Sofocle per la regia di Klaus Michael Gruber ripresa da
Elena Hammer e le scene e i costumi firmate dall’artista tedesco
Anselm Kiefer (al via il 9 aprile, ore 19, e repliche l’11, il 13 e
il 15). Una produzione dello stesso Teatro San Carlo che – Premio
Abbiati 2004 come “miglior spettacolo dell’anno” per
l’intensità poetica della regia di Grüber e la straordinaria
presenza come scenografo-costumista del pittore e scultore Kiefer -
era già programmato al San Carlo e che ora lo vedrà sul podio non
come ospite ma come direttore principale alla guida dell’orchestra
e del coro del massimo napoletano con Elena Pankratova e Othalie
Graham che si alternano nel ruolo del titolo.
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