Fausto Russo Alesi al Piccolo Bellini con "Ivan", diretto da Serena Sinigaglia

Di Roberta D'Agostino

La sfida di affrontare gli assoluti in un’epoca in cui l’assoluto è visto solo come forma di estremismo religioso è quasi un’impresa eroica intrapresa nello spettacolo Ivan liberamente tratto da I fratelli Karamazov di Fedor Dostoevskij nella riscrittura di Letizia Russo con Fausto Russo Alesi per la regia Serena Sinigaglia. Un lavoro articolato e complesso co-prodotto da ATIR e Teatro Donizetti di Bergamo che farà tappa al Piccolo del Bellini di Napoli dal 24 al 29 aprile. “Torno a lavorare con Fausto – dice la Sinigaglia – in un’opera complessa che spero possa servire al pubblico per uscire carico di significati, di pensieri, di domande, un po’ migliore perché questo è lo scopo dell’arte”. Il Grande Inquisitore è il capitolo de I fratelli Karamàzov che rappresenta il manifesto del pensiero religioso dello scrittore. Infatti, in questo passaggio quasi indipendente dal resto del romanzo, Ivan racconta al fratello Aleša di Cristo che, tornato sulla terra, e precisamente nella Siviglia del ’500 infiammata dai roghi dell’Inquisizione, viene dichiarato eretico e messo in catene dal Grande Inquisitore. “Un uomo – continua la regista – che cerca in maniera laica di affrontare gli assoluti, un uomo che vuole ancora dare un senso alla sua vita, si pone le domande chiave della vita: Chi sei? Cos’è l’uomo? Quale il senso del suo agire nel mondo? Cos’è la libertà? Esiste un ordine nel caos? E la violenza, la violenza di cui è intriso l’uomo, ha un’espiazione possibile? Abbandonarsi alla lettura de I fratelli Karamazov è un viaggio nel tempo attraverso gli uomini, nell’uomo. Ed ecco spiccare un uomo tra gli uomini, o forse è solo un ragazzo troppo maturo per i suoi anni, il secondo dei figli Karamazov, il più tormentato, il più assolutamente umano: Ivan. L’uomo e l’intera umanità visti dagli occhi di Ivan Karamazov, questo il nostro viaggio. La peculiarità del nostro Ivan è quella di partire da Il grande inquisitore e unirlo ad altre parti dell’opera per tirare fuori la visione del mondo di Ivan. Una drammaturgia che racconta il mondo visto con i suoi occhi”. Un viaggio dalla valenza metaforica universale, che regala un’interpretazione straordinaria e spiazzante, in cui Fausto Russo Alesi restituisce tutta la complessità del secondo dei fratelli Karamazov. “Cerco – dichiara l’attore – di raccontare un uomo con i suoi conflitti, le sue debolezze, un uomo che s’interroga sulle grandi domande della vita, in un viaggio complesso. Sono solo in scena ma in compagnia delle riflessioni che il testo pone, ed è una grande compagnia”.



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