ANGELS IN AMERICA SI AVVICINA IL MILLENNIO / PERESTROIKA


Di  Tony Kushner  – Regia di Ferdinando Bruni e Elio De Capitani 

Al Teatro Politeama di Napoli il 20 e 21 giugno per il Napoli Teatro Festival Italia



Di Antonio Tedesco




Lungo spettacolo in due parti (Si avvicina il millennio e Perestroika). Sette ore complessive di teatro. Un’ora e trenta circa di intervallo tra uno spettacolo e l’altro, oltre ai brevi intervalli all’interno degli spettacoli stessi. Una full immersion richiesta allo spettatore per calarsi dentro il grande affresco che fotografa un importante momento storico, la fine degli anni Ottanta del Novecento. Un momento di passaggio dove si tracciano delle linee di continuità con il passato, ma si aprono allo stesso tempo delle fratture che rimandano a cambiamenti futuri. Storie di coppie omo ed etero sessuali (ma anche quest’ultime segnate da problematiche gay), che si intrecciano in un contesto sociale dove il cinismo e l’individualismo sembrano avere la meglio sull’etica e l’interesse sociale. L’AIDS come campanello d’allarme di una comunità che sembra aver smarrito i suoi punti di riferimento. Ma allo stesso tempo come definizione di un’identità di genere, come presa di coscienza di una realtà cresciuta all’interno di una società che ancora si nutre di ipocrisie e moralismi di facciata. Espressa al meglio nella figura di uno dei protagonisti, l’avvocato Roy Cohn, personaggio realmente esistito, che riassume in sé un certo spirito di quell’America. Segnando un percorso che da Joseph McCarthy, del quale era stato un pupillo fin dai tempi della “caccia alle streghe”, giunge fino a Trump, di cui è stato avvocato negli anni Ottanta e al quale aveva predetto un destino da presidente. Le storie individuali si intrecciano, nel testo, con la Storia degli Stati Uniti e del mondo. Gli eventi, compreso l’avvento della Perestroika nell’Unione Sovietica, creano delle risonanze nelle vite dei personaggi. Il tutto finalizzato alla costruzione di una sorta di tour de force teatrale che si articola su una sequenza di efficaci quadri narrativi, nei quali il realismo delle situazioni sfuma spesso in momenti di spiazzante surrealismo che si spinge fino a illuminazioni metafisiche (le apparizioni dell’Angelo che rivela a Prior, colpito dall’AIDS, il suo destino di profeta: questi infatti sopravviverà alla malattia, convivendo dignitosamente con essa). Ma ci sono anche le apparizioni di un altro personaggio storico, Ethel Rosenberg, che Cohn, da pubblico ministero, si era impegnato a mandare alla sedia elettrica insieme al marito Julius. La donna compare come un fantasma (della coscienza?) al capezzale dell’avvocato, anch’egli ammalatosi di AIDS a dispetto della sua dichiarata omofobia. Lo spettatore assorbe così lo “spirito del tempo”, l’ umanità dei personaggi e le incombenze della Storia, le conflittualità generate dai contrasti  che non possono mai trovare una definitiva composizione. Un teatro che, grazie alla perizia degli attori in scena, tutti di notevole livello, e alla esperta regia di Bruni e De Capitani (quest’ultimo anche nel ruolo dell’avvocato Cohn) sa raccontare il presente in maniera asciutta e stilizzata (non pesano le sette ore di spettacolo, anzi, danno un senso di pienezza) senza perdere la propria specificità, restituendo l’essenza di una realtà complessa e articolata attraverso un’efficace ed adeguata sintesi scenica.



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