Dignità autonome… di smarrimento

Il pubblico ancora protagonista in L’amore per le cose assenti di Melchionna
di Andrea Fiorillo
Capita che un’intervista telefonica possa diventare momento di confronto, capita anche che, nonostante non ci si conosca, ci si senta a casa. Esattamente quanto successo durante la chiacchierata con lo scrittore, attore e regista Luciano Melchionna, impegnato, fino a pochi minuti prima del nostro incontro, con le prove del suo spettacolo cult Dignità autonome di prostituzione a Cinecittà. “Un sogno”, parole del drammaturgo di Latina, “che si realizza dopo un lungo periodo di coraggioso lavoro durato otto anni”. Ed è il coraggio, ancora una volta, a smuovere la necessità di scrittura del suo nuovo testo, L’Amore per le cose assenti, prodotto da Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro, che ha debuttato in prima nazionale il 12 settembre al festival di Benevento Città Spettacolo, e sarà a Napoli al Teatro Nuovo dal 27 al 29 novembre. In scena tre personaggi, Her, attrice violinista nella parte del Prologo/Epilogo; Autilia Ranieri è Lei, Giandomenico Cupaiolo, Lui. I tre raccontano la storia di due amanti: Giulia, Lei, compie quarantasei anni, è il giorno del suo compleanno. A parte le rughe da cancellare con ogni trattamento di bellezza possibile, dentro non è cambiata molto da quando ne aveva venti: continua a camminare scalza in giro per il mondo, come una bimba, e a cercare il principe azzurro che la prenda in braccio. Il suo secondo marito, perché il primo matrimonio è naufragato velocemente, ha organizzato per lei una bellissima festa, ma non ha invitato nessuno. Vuole restare solo con la moglie, occhi negli occhi, per dirle addio.
Un testo che sembra essere un’impietosa analisi sui sentimenti, senza mezzi termini, senza “non detti”…
“Tutto nasce dalle mie esperienze di vita. Sono arrivato ormai sotto i cinquant’anni. A questo punto, necessariamente, si fa un bilancio, ci si chiede dove si annida il nodo da sciogliere. Credo che i sensi
di colpa siano il più grande problema. Non c’è una sola coppia che sopravviva ai sensi di colpa, tutto è fatto per aderire ad uno stereotipo, ad un modello precostituito, credendo che sia la soluzione, la salvezza di un rapporto. Ma l’amore sta altrove”.

Un amore “altrove” che in questo paese sembra non essere contemplato. “Un grande problema dal quale è nata una mia ulteriore necessità di scrittura con un testo dal titolo Due Diversi che per ora è un reading con Francesco Montanari e Clio Evans e le musiche di Lele Spedicato, chitarrista dei Negroamaro. Un’esigenza che nasce dalla necessità di raccontare cosa voglia dire essere diversi in questo paese, e non è certo la sessualità a far sentire così”.
Da quale sua esperienza ha tratto i personaggi di L’amore per le cose assenti? 
“Nel testo ci sono un prologo e un epilogo che, alla maniera greca, si fanno portavoce delle parole dell’autore. Tuttavia ho provato a non essere autobiografico, raccontando ciò che in questi anni ho assorbito, guardandomi intorno, per parlare di qualcosa nel momento stesso in cui sta finendo. Nella storia metto tutti i Lui/Lei che si incontrano nel mondo”.
Anche qui, come in Dignità autonome di prostituzione, il pubblico diventa protagonista.
“Beh?! Che fate lì fermi? Spiate la loro intimità? Non vi basta aver annusato a lungo nei loro panni sporchi? Esservi specchiati nello smarrimento del loro malessere?, queste le parole dell’epilogo e questo ciò che vorrei succedesse: un coinvolgimento totale che porterà forse ad altro, perché volendo, ogni spettatore potrà scrivere una mail alla fine raccontando ciò che ha vissuto, ciò che ha “ascoltato”. E non è affatto escluso che verrà poi scritto un testo firmato da coloro che avranno partecipato con il loro sentire. Tutto ciò perché avverto l’esigenza di andare oltre il classico rapporto attore/spettatore”.
Dove ci porta L’amore per le cose assenti?
“A guardarci negli occhi, da soli, anche senza uno specchio, e a riconoscersi, e non pensare che sia sbagliato commettere errori o avere delle “perversioni”, ma a comprendere l’urgenza di evolversi. E vorrei che questo spettacolo potesse aiutare le coppie o i single ad uscire dal teatro e a parlare di verità”.
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