Luca: “Il mio Eduardo onirico”



De Filippo debutta al Comunale di Caserta con Non ti pago L’impegno per la scuola del Teatro Nazionale e i minori a rischio
di Anita Curci

 “Mio padre concepì quest’opera nel 1940 rappresentandola l’8 dicembre di quell’anno al Quirino di Roma dove vestì i panni di Ferdinando Quagliuolo mentre il fratello Peppino quelli di Mario Bertolini che all’inizio si chiamava Procopio. Perché la scrisse? Dovrebbe chiederlo a lui!”. Luca De Filippo, da poco nominato direttore della scuola di recitazione del Teatro Nazionale di Napoli, riporta sulle scene, dopo quasi 25 anni, Non ti pago, ma con una differenza rispetto al precedente allestimento. “Non posso fare delle operazioni sul testo, perché è mio dovere conservare integra la drammaturgia di Eduardo. Per la regia e la messa in scena però ci siamo concessi qualche libertà, dando più vigore all’aspetto onirico dell’opera. Esaltando lo stretto rapporto tra i napoletani, l’aldilà e la continua richiesta di un aiuto “superiore” dove si crea una imbarazzante commistione tra religione e superstizione”. Da una produzione Elledieffe, sulle scene di Gianmaurizio Fercioni e con le musiche di Nicola Piovani, in palcoscenico tra gli altri, insieme a Luca De Filippo, saranno Carolina Rosi, Nicola Di Pinto, Massimo De Matteo. Debutto nazionale al Comunale di Caserta dal 15 al 18 ottobre, dove apre anche la stagione del teatro.
Sogno di una notte di mezza sbornia, poi Non ti pago. C’è un legame tra i due titoli?
“Sì. Ho rappresentato innanzitutto Sogno di una notte di mezza sbornia, adattamento di Eduardo da un’opera di Athos Setti, perché, scritto qualche anno prima di Non ti pago, ne rappresenta una premessa. Non ti pago (“nella sua comicità, la mia commedia più tragica”, diceva Eduardo) appare quasi una continuazione della prima con i suoi argomenti sulla scommessa del Lotto, sulla caparbietà della povera gente nel voler cercare una via di riscatto nel gioco d’azzardo. Ecco il parallelismo che mi faceva piacere proporre al pubblico”. 
E’ vero che ha dovuto anticipare le prove per dedicarsi, poi, alla scuola di recitazione al San Ferdinando? Che impostazione le ha dato?
“A settembre ho le selezioni e siccome sarò molto impegnato, ho messo su lo spettacolo adesso. Così a ottobre ci servirà soltanto una settimana di prove per il debutto. Nella scuola s’insegnerà a recitare non soltanto in italiano ma anche in napoletano. Abbiamo una memoria teatrale tanto estesa da non poterla trascurare. Nessuna città può vantare una tradizione come la nostra. La lingua è presente e anche i testi lo saranno. Si parlerà del teatro in generale ma soprattutto della storia del teatro napoletano”.
A quale commedia di Eduardo è più legato?
“Senza dubbio a Natale in casa Cupiello dove ho vissuto un’esperienza straordinaria perché ho lavorato con Eduardo, Pupella, Gino Maringola, attori estremamente forti. E poi il testo è meraviglioso”.
Prossimo impegno della Fondazione intitolata a Eduardo sarà il Convegno sulle devianze giovanili…
“E’ in programma alla fine di ottobre, poiché il 31 di questo mese ricorre la morte di Eduardo. Spero sia un incontro che possa suscitare una forte riflessione su un tema che non riguarda solo Napoli ma è, anzi, diventato di enorme attualità. La delinquenza minorile ormai cresce a vista d’occhio e sta diventando sempre più preoccupante”.
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