Una nuova stagione tra il web e la carta

La stampa e la scena
di Antonio Tedesco
Con i tempi che corrono presentarsi al pubblico con un giornale cartaceo, è un atto di coraggio. Se questo giornale poi si occupa di teatro, il coraggio va moltiplicato per due. In una fase di massiccia migrazione sul web, credere ancora nel potere persuasivo e, diremmo anche, concreto e rassicurante della carta, non rappresenta una battaglia di retroguardia. Né un tentativo di negare l’innovazione tecnologica con i suoi nuovi mezzi di comunicazione. E’ piuttosto la voglia di parlarsi ancora faccia a faccia, di avere un contatto diretto e “materiale”, invece che distante e virtuale, con l’interlocutore. Proprio come ancora avviene a teatro. E come succede per il teatro, siamo convinti che anche la forma “cartacea” può sopravvivere all’evoluzione dei sistemi di comunicazione, anzi, convivere con essi. Nell’epoca del download, che fa sembrare già arcaica la messa in onda televisiva, il teatro (e per altri versi anche il cinema), conserva una sua inattaccabile sacralità. E’ quel rito antico, originario, che vive davanti ai nostri occhi qui e adesso, e del quale nessuna postproduzione, nessun mago degli effetti speciali, potrà modificare la forma in cui in quel dato momento si manifesta e si esprime.  Per questo, forse, si confronta meglio con la scrittura a stampa, piuttosto che con quella elettronica. E’ una sfida con il definitivo. Con l’impossibilità di modificare a posteriori (a scena aperta, a giornale chiuso). Qualcosa che assomiglia di più alla vita, rispetto agli interventi e alle manipolazioni digitali. Allora questo giornale, che oltre che leggere si può toccare, ripiegare, risvoltare, cercherà di avere la concretezza diretta del teatro di cui intende occuparsi. Lo farà presentando gli spettacoli, quelli del Teatro Pubblico Campano, che copre una parte ragguardevole della programmazione della nostra regione, aiutando il teatro a vivere, portandolo in ogni provincia. Ma lo farà anche occupandosi di temi più generali attraverso rubriche mirate e ospitando interventi di varie personalità a questo mondo legate. Rifletteremo, tra le altre cose, sulla nuova legge di riforma che sta modificando gli assetti delle istituzioni teatrali italiane, e cercheremo di capirne vantaggi e svantaggi, ascoltando soprattutto operatori del settore. Ci occuperemo di libri, e proietteremo lo sguardo su un altro aspetto del teatro spesso privato della sua importanza, il pubblico, inesauribile fonte di ispirazione. Perché il teatro parla di noi, della nostra vita, della nostra esperienza di uomini. Ha a che fare con la nostra natura profonda, per questo resiste a cambiamenti e evoluzioni anche radicali. E’ la nostra proiezione, il riflesso costante delle nostre esistenze. Ed è per questo che cercheremo il più possibile di dargli voce. Anzi, stampa.
©RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenti