Travaglio e il giornalismo adulatore. Arriva Slurp, citazioni, chiacchiere e pillole di umorismo sulla stampa asservita al potere

di Guerino Caccavale
Marco Travaglio, giornalista, scrittore, regista, direttore del Fatto Quotidiano, in scena al Teatro Gesualdo di Avellino il 19 e 20 dicembre con un recital tratto dalla sua ultima opera giornalistico-letteraria, Slurp, un insieme di citazioni, scritti e pillole d’umorismo.
 Lei è un affermato giornalista. Da cosa scaturisce il desiderio di teatralizzare ciò che di solito esprime nelle sue opere?
“Non teatralizzo, faccio sul palco ciò che di solito faccio sul giornale, in televisione o sul web, ovvero racconto, e mi piace farlo anche in teatro perché è l’unico luogo in cui si può incontrare della gente e interagirvi sentendone il respiro. Io mi limito al racconto, mentre le citazioni, che purtroppo fanno ridere o piangere da sole, senza bisogno di teatralizzarle, sono lette dall’attrice che sta con me sul palco, Giorgia Salari. Importante è anche il ruolo del regista, Valerio Binasco, che ha montato musiche di commediole sexy per descrivere questa sorta di rapporto d’amore tra giornalista adulatore e politico corteggiato”.
Slurp è un titolo allusivo che già di per sé fa sorridere, a differenza di altre sue opere tipo E’ Stato la mafia.
 “In questo recital tratto argomenti gravi ma meno mortali rispetto a quelli di cui mi sono occupato in E’ Stato la mafia, in cui si parla di vicende che hanno portato alla morte di varie persone. Slurp è riferito alla figura dei leccaculi, ovvero figure grottesche e tragicomiche di giornalisti che hanno un atteggiamento di riverenza totale verso il potente di turno”.
Com’è strutturata la rappresentazione? 
“Si parte da una sorta di gioco in parallelo tra i cinegiornali del ventennio fascista e il nostro, e si racconta com’è stata leccata la classe politica più incensata e adulata in Europa, ma anche quella più disastrosa della storia che ci ha portato a un debito pubblico spaventoso. Il vero giornalismo, che in ogni Paese civile dà fastidio perché esige delle risposte dai governi, in Italia è semplicemente visto e trattato come strano”.
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