I Mauriello giocano a padre e figlio in scena e nella vita

Di Andrea Fiorillo

In scena al Nuovo Teatro Sancarluccio di Napoli, dal 10 al 20 marzo, Pulcinella e compagnia bella, un racconto a due voci di Paola Ossorio, narrato, recitato e cantato da Giovanni e Matteo Mauriello, con musiche di Germano Mazzocchetti.
Diretto da Lorenzo Salveti, lo spettacolo nasce come pièce teatrale intorno alla figura di Pulcinella, maschera inventata ufficialmente a Napoli dall’attore Silvio Fiorillo nella seconda metà del Cinquecento, e resa famosa dall’interpretazione ottocentesca di Antonio Petito. Diventata nei secoli immagine della città stessa e del suo popolo, svela nel nome quell'ermafroditismo intrinseco del personaggio, ovvero un diminutivo femminilizzato di pollo-pulcino, che riconferma Pulcinella come figura di tramite uomo-donna, stupido-furbo, un dualismo che sotto molti aspetti configura la definizione pagano/cristiana della cultura popolare napoletana.
Partendo da questa dicotomia, la pièce racconta il tempo che va dal momento in cui il figlio appena nato incontra il padre fino a quello in cui, una volta cresciuto, se ne distacca. Ed è il figlio a fornire la sua prospettiva soggettiva della vicenda, intrecciando il racconto del tempo passato al dialogo diretto con il padre, con il quale si scontra e si incontra, chiacchiera, litiga e canta.


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