L'impiegato innamorato e la moglie del boss- "La Venere dei terremoti" a teatro

Di Anita Curci

Dal 25 febbraio al Teatro Elicantropo, ancora Manlio Santanelli in scena con La venere dei terremoti con letture di Roberto Azzurro.
“Questo testo – spiega il drammaturgo napoletano - corrisponde a pieno merito alla mia seconda vocazione che è quella per la pagina scritta e non destinata al teatro”.
Santanelli, cosa è La venere dei terremoti?
“E’ la quintessenza della bellezza che travolge un impiegato il quale commette l’errore di innamorarsi della donna di un boss. L’uomo si consuma in questo amore finché il boss viene ucciso. Allora gli si aprono le porte del paradiso”.
A questo punto la donna accetta di stare con lui?
“Sì, e lo incontra all’Hotel Excelsior. Il pover’uomo pur di accontentarla vende di tutto, persino l’orologio del nonno. Per una notte nel grande albergo a 5 stelle. Ma mentre il tempo del loro amore segue il suo percorso, il tempo geologico ne segue un altro.
Siamo nel 1980. Nella camera d’albergo quando i due innamorati cominciano a cullarsi sul letto, scatta il momento in cui Napoli è scossa dal noto sigma. Questo ciondolare del letto lui lo interpreta come amore panico. In effetti è la città che si sta muovendo tutta”.
Come va a finire?
“Lei alla fine viene investita da una crisi religiosa e capisce che il suo amore deve andare a consolare gli afflitti ovunque essi si trovino. Quando lo lascia lui diventa scemo”.
Che linguaggio ha usato?
“Per quanto riguarda la pagina adopero due tipi di strumenti espressivi uno è l’italiano barocco, l’altro sta nel tentativo di riprodurre la grammatica del pensiero nella grammatica scritta. Il pensiero non è diacronico ma sincronico per cui quando il personaggio pensa a una cosa pensa contemporaneamente a ciò che gravita intorno a quel pensiero. Questo modo di scrittura vuole essere il corrispondente del caos organizzato della città di Napoli. Senza la lingua La venere dei terremoti si ridurrebbe a una storiella. La lingua la rende speciale attraverso anche un pasticcio di ibridazioni letterarie”.
Le letture saranno di Roberto Azzurro.
“Roberto Azzurro riesce a dare musicalità a una prosa difficile. Come ama dire lui: mette in piedi la parola che invece sulla pagina è supina”.

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