Barra nel mondo delle favole: con l'attore "Lo cunto de li cunti" diventa teatro

di Giuseppe Giorgio
Con una favola satirica, o meglio, un viaggio poetico e visionario sulle ali di un classico della letteratura barocca come Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile, l'attore e cantante Peppe Barra, arriverà a teatro a febbraio l’11 al Massimo di Benevento, il 12 a Lacedonia, il 23 a Telese Terme, il 25 a Santa Maria Capua Vetere, dal 26 al 28 a Pompei. E dal 4 marzo al Teatro Sannazaro di Napoli.
Partendo dalla seicentesca raccolta di fiabe, grazie ad uno spettacolo musicale scritto con Fabrizio Bancale che ne cura anche la regia, il beniamino del pubblico napoletano in compagnia con Teresa Del Vecchio e le musiche originali di Patrizio Trampetti, si muoverà in scena, tra il reale e l’immaginazione, lo stupore e il divertimento, la suggestione e l’affabulazione. Ed è con queste premesse che Peppe Barra affronterà un vero e proprio monumento della cultura e della fantasia del popolo napoletano. Lo stesso che gli consentirà di riproporre i temi di un’opera che ebbe larga diffusione nella civiltà europea dell’epoca tanto da costituire, nelle varie elaborazioni successive, un patrimonio comune a tutte le culture mondiali (da Charles Perrault, ai fratelli Grimm, fino ad arrivare a Walt Disney). Prodotto dal Consorzio Campano Teatro e Musica diretto da Nunzio Areni in collaborazione con il Teatro Pubblico Campano, il lavoro condurrà il pubblico in un mondo fiabesco e fantastico, tra luci accecanti e ombre nere, tra fate, streghe crudeli e animali parlanti. Un mondo dove i bei Principi azzurri… soffrono di violenti attacchi intestinali e gli inquietanti Orchi, che di solito terrorizzano i sonni dei bambini, si invaghiscono dei riccioli biondi di sette giovincelli, provocanti e dispettosi. Un mondo, insomma, in cui il fascino della letteratura barocca si fonde con la dirompente ironia e l’irriverente arte affabulatoria dell’artista napoletano. “Tra illustrazioni, animazioni, canzoni, musica dal vivo e giochi di ombre - ha dichiarato Peppe Barra- lo spettacolo, nel mantenersi alla perenne ricerca dello stupore e della poesia è la summa di tanti anni di studio sul Basile. Con l'attenta e funzionale regia di Bancale, analizza i personaggi di fiabe meravigliose e senza tempo. Partendo da I sette palombelli, utilizzato come fil rouge dell’intera narrazione, lo spettacolo, quasi come sfogliando le gigantesche pagine di un libro, ci farà incontrare l’ingenuo Vardiello, la papera d’oro, l’orco disperatamente innamorato del giovane Carcaverchia e tanti altri personaggi che appartengono all’universo ironico e visionario dell'autore nato a Giugliano nel 1566. Il tutto nel nome di elementi necessari per una vita migliore come la fantasia, l’incanto ed un pizzico di follia”.

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