Caiazzo:”Sono un uomo del Sud e me ne vanto”. All’Augusteo dopo “Benvenuti in casa Esposito”

di Giuseppe Giorgio
Sempre più amato dal pubblico napoletano, Paolo Caiazzo continua a vivere un ottimo momento artistico. Tant'è che mentre si stanno per concludere, almeno per il momento, le repliche della commedia Benvenuti in casa Esposito, l'attore, autore e regista è già alle prese con le prove del nuovo spettacolo Per fortuna che sono terrone, in scena all’Augusteo dal prossimo 29 aprile, un lavoro che porterà in palcoscenico i pregi e i difetti del Sud, attraversando, tra canzoni e gag, la storia sociale di una Napoli che sembra misteriosamente ferma nel tempo. Intanto, in attesa di terminare il tour della pièce tratta dal best seller di Pino Imperatore, per poi fermarsi nei teatri di Acerra, Boscoreale, al Gesualdo di Avellino e al Comunale di Caserta, Caiazzo così risponde alle nostre domande.
In che modo, secondo lei, parlando di comicità, è cambiato il gusto dei napoletani?
“Cominciamo con una domanda difficilissima. Forse non è cambiato, certamente si è evoluto e attualizzato. Con le commedie che scrivo e porto in scena noto sempre di più la voglia del pubblico di ascoltare una storia dei giorni nostri. Gli spettatori amano sempre di più rivedersi e ridere delle loro piccole manie. Soprattutto dei difetti, magari non i propri ma... di quello che sta seduto affianco! Nella comicità esistono due tecniche. Una stimola la risata di pancia e un'altra quella di testa. Ciò che sto notando è che aumenta sempre di più la distanza tra quelli che amano la prima e quelli che preferiscono la seconda”.
I personaggi di Made in Sud in che misura stanno influenzando il mondo del teatro e della televisione a Napoli?
“La televisione è un grande richiamo per le persone che vanno a teatro. Probabilmente anche per il sottoscritto. Senza la visibilità televisiva, non si sarebbero aperte le porte di molti teatri. Una trasmissione come Made in Sud usa, per la maggior parte dei casi, la risata di pancia, quella spensierata. Forse questo influisce sul gusto del pubblico, ma è pur vero che grazie alla tv, molte persone entrano in teatro per la prima volta, e questo comunque è un bene. Poi sta a chi è in scena farli innamorare di quel luogo, dove tutto è magia”.
Quali sono le sue riflessioni a proposito del successo di Benvenuti in casa Esposito?
“E' una commedia che portiamo in scena da tre anni e non mi era mai capitato di riproporre un lavoro per tanto tempo. Abbiamo appena terminato le repliche al Sannazaro ed è stato bellissimo vedere ancora una volta il teatro pieno tutte le sere. È  un lavoro completo, che fa ridere ed emozionare allo stesso tempo su un argomento molto sentito. La commedia viene da un libro fortunato ed era prevedibile il suo successo. Ma non è sempre detto che ciò avvenga. Anzi! Quando abbiamo cominciato a lavorare sul libro, io Pino Imperatore e Alessandro Siani eravamo sulla stessa lunghezza d'onda. La scelta, fino ad ora vincente, è stata quella di rispettare il sapore dell’originale, creando però una versione prettamente di taglio teatrale”.
Cosa può dirci a proposito del suo spettacolo in programma al teatro Augusteo, Per fortuna che sono terrone?
“Ci sto lavorando e non amo svelare le carte. Quello che posso dire è che ritorno, dopo i tre anni di Benvenuti in Casa Esposito, a portare in scena me stesso. Mi racconterò come uomo del Sud felice di esserlo, mettendo in evidenza i lati positivi e criticando quelli negativi, che purtroppo restano la nostra zavorra. Tutto, però, con il sorriso sulle labbra, perché una risata è molto più efficace. Abbatte le difese dello spettatore, che è più disposto serenamente ad analizzarsi”.




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