La Comencini e la sfida dei 50 annI. Due donne e un ragazzo in boxer nella pièce della regista

di Germana Squillace

Ha partecipato alla fondazione dell'associazione Snoq (Se non ora quando); in Due partite ha raccontato la storia di quattro madri e quattro figlie nello scorrere degli anni; in Libere, un’altra pièce, dice di aver promosso la questione femminile nel Belpaese. Sia a cinema, sia a teatro (che affronta come autrice e regista) Cristina Comencini ha sempre rovistato nell’universo delle donne. Lo stesso accade in una commedia del 2013, che vede in scena due cinquantenni e un ventottenne, e si dipana come un dialogo tra generazioni o, forse, tra maschile e femminile. La scena, anche stavolta scritta e diretta dall’artista romana, e prodotta da Enfi Teatro, si presenta come una lunga conversazione durante la quale i tre personaggi si mettono a nudo e si raccontano. L’allestimento sarà il 14 aprile al Teatro Massimo di Benevento; dal 15 al 17 al Comunale di Caserta dal 15 al 17; e al Delle Arti di Salerno il 23 e 24.
Aprono la pièce due amiche che leggono, una domenica mattina, una scena di teatro che una delle due dovrà recitare l'indomani. I personaggi sono Lucia, interpretata da Angela Finocchiaro, donna seria e razionale che ha rinunciato alla passione e all'idea di avere un uomo nella vita, accontentandosi di amare i personaggi che incontra sul palcoscenico, e Maria, alias Maria Amelia Monti, divorziata, più spregiudicata e disinibita, che non accetta di stare senza un uomo con il quale fare l'amore e a ogni incontro si illude di avere finalmente incontrato quello giusto.
Le due donne si presentano in maniera totalmente differente, eppure entrambe affrontano quotidianamente lo stesso dilemma: come vivere l’amore alla loro età. Sono splendide cinquantenni, indipendenti e affermate nella vita (una è dirigente di banca, l’altra un’attrice), eppure non riescono ad incontrare e ad avere una relazione con i loro coetanei. A sconvolgere routine e equilibri, un giovane in mutande, Luca, interpretato da Stefano Annoni, aitante ventottenne che dopo aver trascorso una notte di sesso con Maria si era messo a dormire nella stanza dei bambini lontani da casa perché fuori con il padre per il fine settimana. Un Toy boy? No. Piuttosto l’ennesima speranza mal riposta di una donna innamorata dell’amore.
Appena i tre si incontrano sulla scena Maria e Lucia si scambiano le parti prendendo in giro il ragazzo. La prima si mostra seria e moralista, l’altra diventa disinibita ed emancipata. Quasi a dimostrare che, in fondo, in ogni donna convivono più anime. Nonostante questo inizio giocoso, durante la commedia, il giovane si racconta mostrando le sue fragilità, la propria infantilità e la rabbia repressa che nasconde problemi con i genitori e in particolare con la madre imperiosa e assolutista: “Come voi due”, rivela lui ingenuamente. Lucia e Maria lo interrogano e lo ascoltano fino ad arrivare a comprenderlo e a consolarlo.

Su sponde opposte, le due donne e il ragazzo scoprono di avere più cose in comune di quante credessero inizialmente e di essere in fondo tutti e tre alla ricerca di amore e di libertà. E proprio questa parola abusata e preziosa, “libertà”, è un tema importante della pièce – commenta la Comencini – “perché tutti e tre i personaggi non sono stati capaci, fin ad allora, di dare il meglio di sé nelle loro vite. Un’altra riflessione cui invita la commedia è la condizione delle cinquantenni che oggi, contrariamente al passato, sembrano trentenni e si dimostrano spesso ancora piene di tanta voglia di fare, di conoscere, di amare”. Lo stesso si può dire di lei, Cristina, figlia del regista Luigi Comencini e della principessa napoletana Giulia Grifeo di Partanna. Può dirlo a dispetto dei suoi 60 anni, con tre figli e sei nipoti, rara figura nel panorama intellettuale italiano in grado di alternare cinema, teatro e letteratura con la stessa passione, la stessa disinvoltura.  


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