"Con Viviani è festa al Sannazaro, perchè Napoli è tradizione"- Lara Sansone e il nuovo cartellone tra Mastelloni, Gianini e la De Sio

di Roberta D'Agostino
Lara Sansone è custode di una parte importante del teatro di tradizione napoletano. Da anni, nel suo Sannazaro, l’attrice e regista porta avanti una programmazione attenta a riproporre capolavori di autori fondamentali nella storia del teatro partenopeo e a fare di questa riscoperta anche uno strumento per incrementare il turismo in città. L’apertura di questa stagione, il 21 ottobre, è affidata a una messa in scena in questo senso emblematica, Festa di Montevergine di Raffaele Viviani.
Lara, nelle sue note di regia spiega l’importanza di questo lavoro che risiede in motivazioni personali legati a sua nonna, l’indimenticabile Luisa Conte, ma anche alla forza stessa racchiusa in questo testo di Viviani.
“Festa di Montevergine è un capolavoro, uno spettacolo che permette l’alternanza di momenti di grande emotività e di straordinaria comicità. Amo molto questo testo, che ha per me un significato particolare, non solo racconta usi e costumi di una Napoli che non esiste più, ma permette ai più giovani di entrare in contatto con “la vera lingua napoletana”, che rischia di scomparire. L’allestimento che faremo quest’anno sarà fedele a quello proposto per omaggiare mia nonna. Qualche novità riguarderà il cast”.
L’altro classico che propone in cartellone è ispirato al testo di Gennaro D’Avino Annella di Portacapuana con Leopoldo Mastelloni, perché ha scelto questo lavoro?
“Annella di Portacapuana ha inaugurato il teatro Sannazaro di mia nonna, è un testo antico che rappresenta anche uno spaccato d’epoca, un momento di teatro autentico, sospeso tra la fiaba e la farsa in costume, dunque di impatto visivo e di grande fascinazione”.
Cosa significa per lei “fare teatro” e quale valore ha, in questo senso, la sua Compagnia?
“Ero molto giovane quando ho cominciato a fare l’attrice, con piccole parti, che diventavano anno dopo anno sempre più importanti, come accadeva nei carrozzoni della gente di teatro. Un mondo diverso che mi sembra lontano secoli: era il tempo del rispetto per i ruoli, per gli autori, per le maestranze: tempi in cui in teatro si arrivava molto prima per riuscire a calarsi nel personaggio da interpretare, immedesimazione che passava per il rituale del trucco, eseguito con calma e riflessione. Non certo per apparire più belli, ma per essere veramente credibili. Forse l’incanto che accompagnava quel mio universo un po’ è sbiadito, per fortuna la passione no. La mia compagnia rappresenta la continuità tra il presente e il passato. Una sintesi di generi ed esperienze artistiche differenti accomunate dalla professionalità e dalla voglia di riuscire a vivere del proprio lavoro”.
Nella sua stagione trovano spazio due grandi nomi dello spettacolo: Giuliana De Sio e Giancarlo Giannini, impegnati in due lavori che ben si sposano con il suo progetto legato alla tradizione.
Il comune denominatore della nostra stagione è Napoli. La nostra splendida città declinata all’infinito attraverso la sensibilità di grandi interpreti che l’hanno amata. Ecco allora spiegata la presenza di Giannini e della De Sio”.
Da qualche anno si batte per far capire l’importanza del turismo anche in ambito teatrale…
“Lo slogan è “la tradizione che fa turismo”; lo abbiamo adottato perché convinti che gli ospiti della nostra città meritino di trovare qualcosa di tradizionale da vedere. Per questo motivo riproponiamo ciclicamente Cafè chantant “.

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