Garko, il teatro e il fantasma di Barrymore. Dalla tv alla scena con autoironia. Il bel Gabriel al fianco di Pagliai-Gassman

di Viola De Vivo



A volte il teatro “serve” ai cosiddetti divi del piccolo schermo per affrancarsi da un certo tipo di immagine, alla conquista della fama e di un maggiore spessore artistico. Ma il palcoscenico – si sa – è un banco di prova senza filtri, e non è detto che l’esperimento riesca. La chiave, forse, sta nel non prendersi troppo sul serio. Lo sa bene Gabriel Garko, che dopo ben quattordici anni dalla sua prima e unica esperienza teatrale (nel 2002 in Quel che sapeva Maisie), decide di tornare in teatro con un copione in cui dà prova di grande autoironia: Io odio Amleto (produzione ARES Film e L’isola trovata), in scena il 29 e 30 ottobre al Teatro delle Arti di Salerno.
Si tratta di una divertente commedia scritta nel 1991 dal drammaturgo americano Paul Rudnick. Garko ha avuto modo di vederla negli Usa e probabilmente vi si è subito riconosciuto. Tant’è che ha voluto acquistarne i diritti per l’Italia. Non è difficile capire il perché: la trama ruota attorno a una star della televisione, Andrew Rally, protagonista di una fiction ormai senza più audience, che decide di darsi un tono da attore impegnato interpretando il più classico dei ruoli classici, quello di Amleto. La sua scelta è dettata anche dalla volontà di compiacere la fidanzata, amante di Shakespeare, che lo fa dannare perché non vuole concedersi prima del matrimonio.
Già divorato dall’ansia da prestazione in vista dell’imminente impegno, Rally va ulteriormente in crisi, complice il fatto che, nel trasferirsi a New York, va ad abitare nell’appartamento che fu del celebre John Barrymore, leggendario interprete del personaggio e, guarda caso, famoso seduttore. Durante una seduta spiritica organizzata per gioco, appare proprio il fantasma del divo. Con non poca supponenza l’ectoplasma di Barrymore spiega che è solito mostrarsi a ogni giovane attore impegnato nel ruolo e alla ricerca disperata di aiuto per affrontare al meglio la sfida. Da qui parte un serrato rapporto di apprendistato tra Barrymore e Rally, in recitazione ma anche in amore.
Nonostante gli insegnamenti ricevuti, la prestazione di Rally in scena sarà davvero scadente; non agli occhi della fidanzata, però. Soltanto per lei Rally diventa l'uomo più coraggioso e nobile che abbia mai incontrato, perché non si è arreso di fronte alle difficoltà.
Alla fine il protagonista riceve la proposta di un nuovo importante ingaggio televisivo, con la prospettiva di audience oceanico e compensi stellari. Che fare? Teatro o tv? Arte o popolarità? Amore per la fidanzata o per il suo vero pubblico? Sarà questo per Rally il vero dubbio amletico. Il finale a sorpresa è garantito.
Io odio Amleto è una pièce di teatro-nel-teatro, disinvolta ed effervescente. Accanto a Gabriel Garko, nei panni di Barrymore, c’è Ugo Pagliai. Al suo fianco, sul palcoscenico e nella vita, Paola Gassman. L’affiatamento tra i due contribuisce al buon esito dell’allestimento. In regia c’è Alessandro Benvenuti, che imprime buon ritmo alla messa in scena. Un plauso a Garko per l’autoironia della scelta. Quanto al futuro, - lo assicura egli stesso - non ha nessuna intenzione di votarsi al teatro.

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