Moscato al Bellini in un lupanare-santuario per raccontare la malattia di Napoli

di Paola de Ciuceis
Ripresa di stagione per il Teatro Bellini il 25 ottobre con Bordello di mare con città, il testo di Enzo Moscato che va in scena per la regia di Carlo Cerciello. Un lavoro dalla storia lunga e complessa che vede luce scenica oggi, a trent’anni dalla sua scrittura. Ne parlano, insieme, l'autore e il regista. “Lo scrissi nel 1986, anno della morte di Annibale Ruccello, cui ero legato da profonda conoscenza e stretta affinità, e rispecchia la mia situazione del tempo. Lo scrissi, racconta Moscato, per la compagnia Teatro Nuovo-Il Carro che lui aveva fondato con Igina Di Napoli e che aveva bisogno di andare avanti nonostante la grave perdita. In tanti hanno tentato negli anni di portarlo in scena; si riesce, solo ora, fatidicamente, nel trentennale della scomparsa di Ruccello”.
Nasce, così, la storia di un ex-bordello che diventa santuario da quando la maitresse (Assunta) si mette a fare miracoli che salvano le sue ragazze “appestate”; ma c’è bisogno che un cardinale ne testi la veridicità. E qui scatta la tragedia innescata da Titina che sacrifica Betti.
“Un lavoro - continua l’autore - legato all’attualità del tempo, che segna la nascita della Nuova Drammaturgia Napoletana, che si riallaccia al mio bestiario, alle creature di Napoli, anche fuori norma, che animano il mio teatro eretico, raccontando una storia, il cui tema è la malattia, quella stessa di Napoli, dove tutto è in disfacimento: cultura, costumi… e che solo Carlo Cerciello poteva fare perché ha una concezione del teatro come eresia simile alla mia”.
Dopo il successo di Scannasurice, dunque, Cerciello attinge nuovamente all'universo di Enzo Moscato del quale ha già diretto anche Signurì Signurì.
“La cosa comincia davvero da molto lontano, spiega il regista. Se ho fatto teatro, lo devo a Enzo. Il suo ingresso nel panorama teatrale significò, anche per altri della mia generazione, l’apertura di nuovi orizzonti sia per il diverso sguardo sulla napoletanità, sia per la scrittura. Fu l’opportunità di guardare al teatro come rappresentazione di un’altra dimensione, meno lineare, visionaria, della realtà e di quel che siamo. Moscato è un poeta, un genio vivente assoluto. Con lui ho un grande feeling, per me è come se avessimo camminato insieme da sempre. Dopo Scannasurice, Bordello di mare con città segna la seconda tappa di una trilogia che si completerà con Orfani veleni; è un testo spaccato in due, segna lo spartiacque tra una scrittura più narrativa e la poesia d’impronta kantoriana, le contiene entrambe e comprende anche la ferita che Moscato aveva dentro da tempo. Ci lavorò con tutto il suo furore per la scomparsa dell’amico Annibale.
A metà tra sacro e profano, narra con una scrittura delirante e barocca della catarsi delle puttane in sante, che però non avverrà ed è la metafora della città in cerca di riscattarsi senza riuscirci”.
E veniamo al cast. “L’ho scelto - prosegue Cerciello - non solo tra bravi attori ma, anche tra quelli più vicini a me per fare squadra: Fulvia Carotenuto, Cristina Donadio, Ivana Maione, Enzo Moscato, Sefora Russo, Lello Serao, Imma Villa. Sì, porto in scena pure lui, l’autore, nel ruolo del giornalista che nella sua cronaca di quanto accade al casino-santuario, intervista i protagonisti e parla al pubblico creando una situazione pirandelliana e al tempo stesso brechtiana”. Quanto all’allestimento, Roberto Crea firma le scene, Alessandro Ciammarughi i costumi, Paolo Coletta le musiche originali, Hubert Westkemper il suono, Cesare Accetta le luci.
“E’ un spettacolo in cui - conclude Carlo Cerciello - mi accompagno a quanti hanno fatto grande il teatro napoletano e che nasce con grande entusiasmo da un grande sforzo, a budget ridotto, in stile Elicantropo e da tanta riconoscenza; è, infatti, una coproduzione Elledieffe-Teatro Elicantropo e sono grato a Carolina Rosi, sono onorato che mi accompagni in questo viaggio, è come se Luca De Filippo fosse con noi”.


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