Ranieri: anche in stile jazz canto sempre la "Malia" di Napoli

di Paola De Ciuceis



Amatissimo dal pubblico, in questa stagione Massimo Ranieri tornerà a Napoli a più riprese. Artista tra i più versatili del panorama teatrale, sarà in scena come cantante e come attore. Il primo appuntamento è al San Carlo con Malìa, il concerto (fuori abbonamento, unica data giovedì 10 novembre ore 20.30) con cui l’ex scugnizzo di Santa Lucia rende omaggio in chiave jazz alla città natale. Dopo il lancio dell’omonimo disco, ora è tempo anche dello spettacolo, che lo impegna dal vivo nel confronto con un’arte musicale assai diversa dalla musica leggera. Malìa, infatti, è un viaggio nella canzone napoletana degli anni Cinquanta e Sessanta. "Il repertorio - racconta Ranieri - è quello classico del night a Napoli, Amalfi, Positano, Sorrento, Ischia e Capri, e riprende il filo dell’album. La prima idea, nata assieme a Mauro Pagani, con cui collaboro dal 2001, è stata quella di un disco speciale, nel segno di una sfida, quella di non ‘ranierizzare’ le canzoni, ma di lasciarle scorrere così com’erano. Ci siamo riusciti con l’aiuto di musicisti come Enrico Rava, Rita Marcotulli e Stefano Di Battista, Stefano Bagnoli e Riccardo Fioravanti, esperti jazzisti. Dopo è venuto anche lo spettacolo, pensato in collaborazione anche con Gualtiero Pierce”. Dunque, prima delle luci della ribalta, la sala di registrazione: “Mi sono catapultato in un mondo a me completamente sconosciuto, - continua Ranieri - perché non sono un cantante jazz e in sala d'incisione guardavo Pagani per capire quando toccava a me. Un'esperienza straordinaria. Questo progetto, devo dire, nasce dal desiderio di scoprire sempre nuovi mondi”.
Dalla reinterpretazione della canzone napoletana in concerto, l’artista passerà a un classico del teatro di casa nostra, Viviani. Dopo l’esperienza di Viviani Varietà, nella stagione scorsa, difatti, tra gli altri suoi impegni di quest’anno c’è Teatro del porto che, con la regia di Maurizio Scaparro e la produzione degli Ipocriti, lo vedrà di nuovo a confronto con i versi, la prosa e la musica di don Raffaele. “Proprio così - riprende Ranieri - perché per me il racconto è sempre importante. Soprattutto quello del mondo di Viviani, perché ne faccio orgogliosamente parte, con i suoi scritti, le canzoni, i versi. È la teatralità dei guappi, dei gagà, delle coccotte, degli zingari, dei pescatori, delle prostitute, degli emarginati. La Napoli che portiamo in scena è la stessa Napoli cui, già cent’anni fa, egli guardava con amore e ironia, descrivendola con crudo realismo e squisita sintesi di linguaggio. È la Napoli che continua a essere attuale, perché viviamo in un’epoca di sms e selfie. Del resto, io scelgo di fare teatro proprio per sottrarmi ai condizionamenti della tecnologia; dopo aver lavorato in tv, al cinema e nella musica leggera, sento sempre il bisogno di tornare a casa”.
In scena, con Ranieri, è un nutrito cast di attori, da Ernesto Lama, Angela De Matteo e Gaia Bassi a Roberto Bani, Mario Zinno, Ivano Schiavi, Antonio Speranza, Francesca Ciardiello, accompagnati da Ciro Cascino al piano, Luigi Sigillo al contrabasso, Donato Sensini ai fiati, Sandro Tumolillo al violino, Giuseppe Fiscale alla tromba e Mario Zinno alla batteria, nelle elaborazioni musicali di Pasquale Scialò. A Pompei dal 25 al 27 novembre. Poi, a gennaio, dal 19 al 22 al Verdi di Salerno, il 24 e 25 ad Agropoli, il 26 a Nola e, dal 27 al 29, a Caserta. A Santa Maria Capua Vetere il 20 febbraio.

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