Carpentieri e Moscato trovano ...casa

Di Manlio Santanelli

Se oggi Il Diavolo Zoppo di Lesage si divertisse ancora a scoperchiare i tetti delle case per curiosare sull’attività dei suoi abitanti, potrebbe restare sorpreso nel constatare che in molte di quelle dimore si fa teatro.
Ci si perdoni il vezzoso incipit, ma quanto detto in esso corrisponde alla pura verità. Approdato felicemente al quinto anno di attività, lustro che più lustro non potrebbe essere, il Teatro Cerca Casa vigoreggia come mai fino ad ora, annoverando un crescente numero di appartamenti disposti ad ospitarlo, nonché sempre nuove personalità del mondo dello spettacolo pronte a saltare sul suo carro.
Quest’anno siamo particolarmente orgogliosi di poter contare, oltre i nomi che già hanno fatto parte delle passate stagioni, come ad esempio Renato Carpentieri, anche quelli di Enzo Moscato, uno dei massimi esponenti della drammaturgia contemporanea, e Luca Signorini, Concertista di fama internazionale e primo violoncello del Teatro San Carlo.
Se il valore di un’attività si misura dalla sua capacità di crescere anno dopo anno, Il Teatro cerca Casa non può che inorgoglirsi, con la modestia d’obbligo in questo caso, della sua vistosa crescita. E tale orgoglio non rappresenta un’esagerata manifestazione di autocompiacimento, se si pensa che detta attività si muove nel campo della cultura, che di questi tempi langue, quando non latita del tutto.
Attraverso i suoi spettacoli d’appartamento – repetita iuvant - Il Teatro Cerca Casa si propone una doppia finalità: iniziare al genere teatrale persone che non solo ne sono a digiuno, ma sovente nutrono verso di esso una sorta di sospetto, quasi fosse un temporaneo arresto domiciliare; riconciliare con il mondo della scena coloro che se ne sono allontanati, delusi per diverse ragioni che qui sarebbe inopportuno prendere in esame.
Se, come poi accade nella realtà, una buona percentuale dei suoi spettatori, inuzzolata dall’organizzazione, prende o riprende a frequentare il teatro ufficiale, Il Teatro Cerca Casa può legittimamente menar vanto di avere vinto la sua sfida e, novello Guglielmo Tell, di avere ancora una volta spaccato la mela in due parti esatte.

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