Una nuova finzione religiosa per le perfide "bizzocche" di Gelardi

Niente fiori ma opere di bene, un esperimento di drammaturgia seriale al Nuovo Teatro Sanità

Di Milena Cozzolino

“Ho deciso di far evolvere tre personaggi del mio testo La terza comunione, quando ho visto che il pubblico tornava a rivedere lo spettacolo più e più volte, che mi chiedeva quando lo avremmo rifatto perché voleva portare anche gli amici. Quando ho capito che le persone si erano affezionate a quelle tre cattivissime bizzoche travestite... Era scattato un meccanismo di dipendenza simile a quello generato dalle serie tv – e io ne sono un appassionato – e si aspettano con ansia le puntate successive”. Mario Gelardi, autore e regista di Niente fiori ma opere di bene, spiega così la nascita del suo prossimo spettacolo, in scena (per il momento) dal 16 al 18 dicembre. Sì, perché non è detto che non tornino: chi? Le tre perfide donne di chiesa, interpretate da Carlo Caracciolo, Luigi Credendino e Ciro Pellegrino, già sulla scena di La terza comunione, spettacolo in cui, sedute su uno degli altarini della chiesa settecentesca che ospita il teatro diretto da Gelardi, commentavano la difficoltà di una bambina di appena 10 anni di ingoiare il corpo di cristo, facendo ogni tipo di illazione.
La voce delle tre donne è la voce della collettività, di “un atavico pulpito da cui viene la predica”, quello di chi siede tra i banchi e sottovoce, tra una preghiera e un salmo, commenta tutto, ma proprio tutto quello che accade in chiesa e fuori. Come una sorta di coro greco ristretto, ma la loro voce è una voce feroce. La voce di chi ritiene di essere sempre seduto dalla parte giusta. Viene in mente il famoso aforisma di Brecht: “Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati”. Ecco, per una di loro, nel prossimo spettacolo, sarà esattamente così.
Dopo il successo di La terza comunione, le tre cattivissime signore tornano, impegnate in un’altra funzione religiosa.
Non più un evento gioioso, perché purtroppo il povero Don Giovanni ha lasciato il suolo terreno per volare nelle schiere degli angeli e le tre signore non possono perdere l’occasione per seguire questa ascesa, in tutta la sua liturgia sacra ma comunque terrena.
Si recheranno prima a casa della vedova, in un segmento che teatralmente parlando è ispirato al terzo atto di Natale in casa Cupiello di Eduardo De Filippo; successivamente parteciperanno al corteo funebre, per finire poi davanti alla lapide del compianto al cimitero.
Ma come è morto Don Giovanni? Perché sua moglie l’ha trovato mezzo nudo rientrando in casa?
Questi interrogativi non potranno rimanere inevasi se sono prima di tutto domande che si fanno le tre bizzoche.
Se prima erano cattive, le tre ora sono perfide. Oltre ai già citati Caracciolo, Credendino e Pellegrino, in questo “secondo movimento” saranno in scena anche Anna De Stefano, Carlo Geltrude e Sasi Nicolella.

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