"Una favola classica ma diversa per esaltare la danza al San Carlo"

CENERENTOLA La coreografia di Picone, direttore del corpo di ballo

di Paola de Ciuceis

Tra le più note e amate favole popolari, Cenerentola è anche quel famosissimo balletto rappresentato per la prima volta nel 1945, al Teatro Bolshoi di Mosca su libretto di Nikolay Volkov e musiche di Sergej Sergeevič Prokof'ev. Numerosi gli allestimenti successivi a cui si aggiunge quello del Teatro di San Carlo che dal 5 al 12 marzo, in prima mondiale, si avvarrà della coreografia di Giuseppe Picone, nuovo direttore del Corpo di Ballo del Massimo napoletano, con scene di Nicola Rubertelli e costumi di Giusi Giustino.
In scena si alternano, nel ruolo di Cenerentola, Anna Chiara Amirante e Claudia D'Antonio, e in quello del principe Alessandro Staiano e Stanislao Capissi.
Picone, come nasce l'idea di questa Cenerentola?
"Era già in programma in una produzione che poi non si è conclusa ed io, che avevo appena finito Lo Schiaccianoci a Palermo, non pensavo di intraprendere subito un lavoro di tre atti. L'idea, pure spaventandomi, mi intrigava".
Che tipo di allestimento ha immaginato?
"Non intendo fare le stesse cose degli altri, mi piace avere una mia visione. Ciò che posso dire è che sarà una Cenerentola classica, nella quale vedo la fata come la mamma che non c'è più; mi soffermo sul padre, una figura mai messa ben a fuoco; mentre le sorellastre, saranno delle belle aristocratiche ma solo dispettose; non brutte. Al ballo a corte ci saranno tante principesse a danzare con il principe sino a quando non appare lei. Allora lui non avrà occhi per nessun'altra. Cenerentola non è la solita creatura insicura; al momento giusto, per provare la scarpetta, si fa avanti mettendo da parte con decisione la matrigna. Non è una ragazza dei nostri giorni ma è sveglia e intelligente, sa quel che vuole e se lo prende".
Che cosa ha chiesto a Rubertelli e Giustino per scene e costumi?
"Lavoriamo di lena allo stile di una scenografia adattata all'esigenza del balletto e pronta a sparire per lasciare spazio all'atmosfera incantata del ballo regale, una scena surreale che domina con la sua impronta magica dopo i quadri dedicati alle principesse straniere, araba e spagnola, per le quali scelgo costumi e ambientazioni a tema".
Come ha scelto gli interpreti?
"Per il ruolo dei protagonisti ho individuato delle risorse interne, tutte eccellenti promesse, alcune di già consolidata presenza. Poi c'è il corpo di ballo del San Carlo per il quale punto all'assoluta qualità; ci tengo molto, ce la metteranno tutta. Non è bello assistere alla chiusura di un corpo di ballo, è tristissimo quanto accaduto a Verona e Firenze".
Tra le tante versioni di Cenerentola, ce n'è una in particolare che preferisce?
"Forse quella di Nureyev ma lui, oltre ad avere a disposizione l'Opera di Parigi, con la sua genialità era sempre un passo avanti agli altri".
Programmi futuri?
"Mi piacerebbe fare Giulietta e Romeo, era il prossimo progetto per Vicenza, sono affascinato da Giulietta, una bambina anche lei d'indole decisa a prendersi quel che voleva. Sono contento di stare a Napoli, la città dove sono nato e cresciuto anche artisticamente e dove ho voglia di portare il meglio che c'è. Sto lavorando ad una bellissima prossima stagione che non posso svelare e a due novità inedite, balletti mai visti qui ma molto rappresentati dalle compagnie estere".

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