L’attrice e Paola Donati svelano il mondo di Marcelle Sauvageot
di Roberto D'Avascio
di Roberto D'Avascio
Sara
Bertelà sarà presto a Napoli per il debutto del suo nuovo
spettacolo. Si tratta di Lasciami sola, una drammaturgia
tratta dal romanzo omonimo di Marcelle Sauvageot, in scena alla
Galleria Toledo dall’11 al 14 maggio 2017.
Signora
Bertelà, lo spettacolo è frutto della sua collaborazione con Paola
Donati, che si è occupata della messa in scena.
“Per me è stato molto importante l’incontro
con Paola, che conosco da tempo. Con lei ho condiviso negli anni
progetti per me fondamentali. È stata lei, già direttrice della
Fondazione Teatro Due di Parma, una delle prime persone a fidarsi di
me come regista. E, infatti, per Il Festival di Parma, curai la regia
di Canto alla durata
di Peter Handke e di Pergolato di
tigli di Connor McPherson.
L’incontro con lei per un progetto comune è il naturale esito di
una condivisione di esperienze artistiche e del continuo confronto
come donne e come persone. Il testo di Marcelle Sauvageot, che
abbiamo scoperto essere una passione comune, per lei più antica, per
me abbastanza recente, sarà una materia incandescente per incontrare
il pubblico per la prima volta insieme. Per me Paola è un’amica,
una confidente, una persona con cui ho condiviso un percorso
artistico”.
Com’è arrivata a questo spettacolo?
“Tutto parte dalla mia interpretazione di
Anna Petrovna, personaggio fondamentale dell’Ivanov
di Cechov, caratterizzato da grande
forza drammatica. Cercavo una trama che seguisse lo stesso solco, una
storia di tisi e di sofferenza d’amore. Sono rimasta colpita dalla
vicenda umana e letteraria di Marcelle Sauvageot, scomparsa a
34 anni nel 1934, che pubblica il suo unico romanzo, dal taglio
fortemente autobiografico, nel 1933, poco prima di morire. Sono stata
nutrita dalla sue parole e dalla forza del suo racconto”.
Lo spettacolo è in anteprima a Napoli e si presenta come uno
studio.
“Abbiamo cominciato a provare dalla metà
dello scorso marzo per arrivare alla messa in scena napoletana, che
sarà comunque presentata come un lavoro in fieri. Abbiamo scelto di
avvicinarci lentamente a questo testo con la nostra drammaturgia,
affrontandolo in un tempo lungo e disteso. Consideriamo il debutto a
Galleria Toledo come il primo gradino di una scala, sottolineando la
natura dialettica e in divenire del nostro lavoro, segnato dal mio
incontro con due donne: Paola Donati e Marcelle Sauvageot”.
Qual è il tema dello spettacolo?
“L’amore e il modo in cui lo si affronta. Pur essendo una messa
in scena che nasce dal rapporto tra tre donne, non si tratta di un
approccio femminile. Parlerei piuttosto del racconto dell’amore in
termini universali. Ne parla una donna capace non solo di provare e
sentire il proprio sentimento, ma anche di controllarlo e
trattenerlo. È un dramma in cui la donna protagonista ci racconta la
propria storia di passione e abbandono, sullo sfondo della sua
malattia, quella tisi da cui vorrebbe guarire per vivere l’amore”.
Una giovane donna ricoverata in un sanatorio, da dove forse non
uscirà più, apre una lettera del suo amante, in cui ci sono solo
poche parole con cui lui le annuncia che sposerà un’altra,
offrendole in cambio l’amicizia.
“La grandezza del personaggio che ha
raccontato Marcelle Sauvageot consiste nel fatto che lei, pur
vivendo fortemente la sua passione, non le si abbandona. Riesce ad
osservare il suo amore, e così facendo sente in maniera ancora più
forte la grandezza del sentimento. Anche la malattia – e la morte
come sua naturale conseguenza - sono vissute con dignità e con
lucidità fino alla fine”.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Commenti
Posta un commento