Metti una clochard e una borghese...tra i rifiuti

Un testo visionario di Roberto Russo metafora della società del benessere

di Alfredo Carosella


Il 22 e 23 aprile, al TAN Teatro Area Nord di Napoli si rappresenta Rifiuti di Roberto Russo, prodotto da Arteteca, con la regia di Gianni De Feo, la scenografia di Roberto Rinaldi e musiche di Caterina Bianco. Sergio Di Paola interpreta Iacco e Imma Pagano recita la parte di Loise. 
La trama è lineare: un uomo e una donna, un clochard e una borghese un po’ snob, simboleggiano lo scarto finale di ciò che resta alla collettività, assieme all’ammasso di rifiuti accumulati sul palcoscenico. Metafora di una falsa società del benessere, chiusa ad ogni tipo di rapporto, mentre si culla in una atmosfera di finta normalità. Sulla scena i protagonisti vengono “disturbati” da un coro di ombre costituito da Ilda De Rosa e Lorenzo Russo, con le incursioni al violino di Caterina Bianco.
Il regista romano De Feo ha dato un taglio complesso alla spettacolo visionario scritto da Roberto Russo: i personaggi si trovano in un non luogo, in un non tempo. In uno spazio, quindi, che non crea né identità singola né relazione ma solitudine e similitudine, come scrisse l’antropologo francese Marc Augè nel suo celebre libro Non-lieux.
I nomi dei protagonisti sono distorti, tutto è stato stravolto in un contesto che non può essere classificato in modo razionale. Iacco – ex attore e cantante – custodisce uno scrigno con dei fogli, e posizionato in alto, simboleggia il trionfo della consapevolezza e della razionalità; Loise, che si trova invece in basso, inizialmente pare perdersi in un posto mai visto prima: non vuole vedere cose che Iacco già conosce. Intanto le ombre aleggiano minacciose in uno scenario apparentemente surreale, quasi da day after: una landa desolata piena di detriti. Hanno perso qualcosa che sanno non tornerà più (per colpa loro) e, simili a colpi di vento, fanno volare le carte dappertutto. Poi urlano, imprecano, recitano in endecasillabi e interrompono Iacco ogni volta che cerca di rievocare il bello che è andato distrutto.
Loise intanto si aggira smarrita tra i detriti. Proviene da un dolore personale vissuto molti anni prima e si trova a vivere un dolore collettivo che non vuole accettare. Si imbatte in Iacco apparentemente per caso ma poi afferma di incontrarlo ovunque si rechi. Perché? Cosa è successo a Loise, a Iacco e alle ombre?


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