Ingresso indipendente. De Giovanni autore della commedia con Serena Autieri. Giochi di coppie tra escort, amanti, ipocrisie e verità. Al centro una casa che evoca un celebre film, L’appartamento con Jack Lemmon
di Stefano Prestisimone
di Stefano Prestisimone
Giochi di coppia con bugie
nella prima commedia firmata da un giallista doc come Maurizio De
Giovanni, che nelle ultime stagioni ha creato marchi veri e propri
attraverso personaggi come il commissario Ricciardi o la saga dei
Bastardi di Pizzofalcone
da cui è stata tratta la fortunata serie tv. La pièce in due atti
che va in scena al teatro delle Arti di Salerno il 29 e 30 aprile poi
attesa al Diana dal 2 al 21 maggio, si intitola Ingresso
indipendente ed è stata presentata in
anteprima allo scorso Napoli Teatro Festival. Una commedia dal forte
carattere femminile diretta da Vincenzo Incenzo e che vede come
protagoniste Serena Autieri e Tosca d’Aquino assieme a Biancamaria
Lelli, Giovanni Scifoni, Fioretta Mari e Pierluigi Misasi. Al centro
c’è un appartamento prestato per scappatelle, un tema che fu il
cuore di uno dei film-mito di Hollywood degli anni ’60, vincitore
di 5 Oscar, intitolato proprio L’appartamento,
firmato da Billy Wilder e con un indimenticabile coppia formata da
Jack Lemmon e Shirley MacLaine.
“Per uno scrittore
napoletano approdare al teatro è quasi una necessità, non se ne può
davvero fare a meno – spiega De Giovanni – ed io ci sono arrivato
già da tempo con i miei adattamenti di Qualcuno
volò sul nido del cuculo diretto da
Alessandro Gassmann e il più recente American
Buffalo, che ha come regista e protagonista
Marco D’Amore, entrambe molto apprezzate da pubblico e critica. Ma
ci sono state anche le versioni teatrali del commissario Ricciardi,
come quella interpretata da Paolo Cresta o portate in scena da Il
pozzo e il pendolo. Ma ambivo a scrivere una commedia umoristica che
trattasse delle vite di personaggi appartenenti alla borghesia, di
storie familiari ambigue, di segreti e doppie vite. E dunque ecco
Ingresso indipendente,
pièce spiritosa ma che spero faccia anche riflettere perché dentro
questo mondo è molto facile ritrovarsi”.
I protagonisti sono
Massimo, quarantenne impiegato in un’azienda in attesa di
promozione che vive in un appartamentino con ingresso indipendente,
spesso dato in prestito al proprio direttore, Alfredo. Quest’ultimo
lo frequenta per i suoi incontri segreti con l’amante, Rosalba. Una
sera Massimo incontra Rosalba che ha deciso di rimanere
nell’appartamento per costringere l’uomo a lasciare la moglie
Corinne. È il modo per sottolineare anni di promesse non mantenute e
fare uscire la situazione allo scoperto, ma quella stessa sera
sopraggiunge anche la fidanzata di Massimo, Luisa, gelosa e
apparentemente moralista che attende con ansia la promozione del
fidanzato per sposarlo. Per cercare di risolvere la situazione
arrivano Alfredo e successivamente la moglie, Corinne, apparentemente
ignara della relazione. Una resa dei conti al termine della quale i
personaggi apriranno gli occhi sulla realtà delle proprie vite e sul
vero valore delle relazioni, prendendo decisioni impreviste, ma
fondamentali per il loro futuro.
L’amante è una
sorprendente Serena Autieri: “Sì, di recente siamo abituati a
vederla nei panni di signore d’alto lignaggio, vedi Vacanze
romane, dove interpretava una principessa in
viaggio diplomatico nella capitale, o nel recentissimo Diana
& Lady D sulla storia della sfortunata
principessa del Galles, ma stavolta il ruolo è ben diverso –
prosegue De Giovanni -, in realtà lei è uno escort che scompagina
gli equilibri familiari e toglie il coperchio ad una pentola zeppa di
ipocrisie”.
“La
storia presenta una serie di archetipi umani che sono lo specchio
della realtà”, commenta il regista Incenzo, reduce proprio dal
successo del suo Diana e Lady D
all’Augusteo di Napoli. “C’è un imprenditore che sfrutta un
suo subalterno anche nella vita privata, facendosi prestare
l’appartamento per gli incontri con l’amante. E c’è sua moglie
che tiene gli occhi chiusi sul tradimento del marito. Poi, un po’
per caso, i protagonisti si ritroveranno tutti attorno al tavolo per
una cena e solo in quell’occasione si scopriranno le carte e
verranno fuori le verità nascoste. Ho pensato ad una scena
minimalista, con tre ambienti ben definiti, cortile, sala da pranzo e
cucina, anche questi fortemente simbolici: il cortile come zona dei
rapporti umani, la sala da pranzo per gli incontri di rappresentanza
e infine la cucina, la parte più intima, dove avvengono le
confessioni”.
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