L’addio a Melina Balsamo, una donna di teatro


I funerali domani alle 11,00 ai Colli Aminei


Anita Curci

Caparbia, coraggiosa, creativa e lungimirante, Melina Trinchillo, moglie di Alfredo Balsamo e madre di Marco, ha offerto, col suo impegno appassionato a capo della cooperativa Gli Ipocriti, un significativo e interessante contributo alla storia della scena italiana degli ultimi quarant’anni.

Sabato pomeriggio, destando la commozione e il dolore dei molti che l’hanno amata, stimata e rispettata, si è spenta a Milano, senza paura, dopo due anni di fiere lotte contro una malattia devastante. Nonostante le difficoltà degli ultimi periodi, mai ha abbassato la guardia, ha anzi, battagliando con la tenacia che la contraddistingueva, continuato ad occuparsi del suo lavoro con la predilezione e la cura di sempre, predisponendo anche programmi per il futuro.

Per tale ragione il ricordo di Melina dovrà rimanere vivo, a modello di forza e di intraprendenza, nel cuore delle nuove generazioni di manager perché possano credere in progetti grandi come lei ha saputo realizzare, non dubitando della loro buona riuscita quando seguiti con la sapienza e la devozione che le erano proprie.

A ventotto anni, nel 1975, era entrata a far parte della società Gli ipocriti, impresa di produzione e distribuzione di spettacoli teatrali in Italia e all’estero costituita nel ‘72 dal marito Alfredo, da Nello Mascia, Tato Russo, Pasquale Scialò, Bruno Buonincontri. E mentre gli altri componenti nel tempo sceglievano altre vie, Melina imparava, osservava, si innamorava del teatro rimanendo unica organizzatrice, alimentandola ed elevandola nel limbo delle compagnie che oggi il MIBACT riconosce tra quelle con maggiori anni di anzianità.

Così come ‘gli ipocriti’, quegli attori che nella Grecia antica usavano indossare una maschera per coprire testa e volto, lasciando scoperte le aperture per gli occhi e la bocca, così Melina, coordinando e seguendo le imprese teatrali della cooperativa, intesseva senza mostrarsi ma lasciando intorno a sé sostanziosi risultati. Sotto la sua direzione, spettacoli infiniti di cui è impossibile citare tutti i titoli. Vanno almeno ricordati Uomo e Galantuomo con la regia di Ugo Gregoretti; Ferdinando di Ruccello con Isa Danieli, in programmazione dal 1995 per tre anni consecutivi e registrato dalla Rai sotto la direzione di Bernardo Bertolucci; Luparella di Moscato; Uscita di emergenza di Manlio Santanelli; tanti Viviani con regie prestigiose tra cui quella di Antonio Calenda; Filumena Marturano diretto da Cristina Pezzoli; molte le collaborazioni con Maurizio Scaparro per vari allestimenti tra cui Amerika di Franz Kafka.

Mai ha dimenticato di rappresentare la tradizione del teatro italiano e napoletano, lanciando larghi sguardi verso i classici e gli autori stranieri, e non trascurando le nuove drammaturgie.

Tra le più recenti produzioni, spettacoli che vedono impegnati artisti come Massimo Ranieri, Giulio Scarpati, Silvio Orlando, Claudio Santamaria, Filippo Nigro, Pierfrancesco Favino, Vittoria Puccini, Valeria Solarino, Vinicio Marchioni, per menzionarne alcuni.

A Melina, donna di teatro e che al teatro ha dedicato la vita, pur restando attenta e affettuosa moglie, madre e nonna, domani martedì 13 giugno 2017, il sacro saluto. Ore 11,00 alla Chiesa Cattolica Parrocchiale Sant’Antonio di Padova alla Pineta, viale dei Pini 53, Napoli.



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