Archivio Living Theatre - L’anima di Julian Beck abita in Casa Morra

di Paola de Ciuceis


Forse non tutti sanno che Julian Beck, l’attore e regista americano fondatore e anima del Living Theatre, uno dei gruppi sperimentali che più di ogni altro hanno improntato il teatro contemporaneo nella seconda metà del Novecento, prima ancora di calcare le scene, ha vissuto una decennale esperienza artistica dedita alla poesia e, specialmente, alla pittura distinguendosi felicemente nell’ambito dell’astrattismo e diventando amico di Jackson Pollock con il quale espose. A segnare il cambio di rotta, l’incontro con la sua futura moglie Judith Malina con la quale condividendo la comune passione per il teatro fonderà, nel 1947, il Living del quale i due saranno condirettori sino alla morte di Beck nel 1985. Per saperne di più, l’archivio della storica compagnia cui si deve una radicale trasformazione del modo di concepire e fare teatro, la modernizzazione dei canoni scenici e una rivoluzione dell’idea di recitazione e messa in scena secondo una concezione in cui elementi tecnici e formali si coniugano strettamente con la dimensione della vita – per Beck e Malina arte e vita si incontrano, si intrecciano, si sovrappongono sino a diventare un tutt’uno omogeneo e indistinguibile – bisogna far tappa a Napoli e, precisamente, a Casa Morra. È qui che l’Archivio Living Theatre si conserva. Testi, documenti, appunti, corrispondenze, manifesti, inviti, libri, cataloghi, giornali e riviste, fotografie video e registrazioni, costumi, oggetti di scena (in particolare degli spettacoli The yellow Methuselah, The ar‑ cheology of the sleep e Mass Mensch), tutto è conservato negli spazi della Fondazione Morra. Materiali preziosissimi messi insieme nel tempo grazie all’amicizia di Giuseppe Morra con Julian Beck, Judith Malina e Hanon Reznikov con il quale Malina porta avanti il progetto del Living dopo la scomparsa di Beck e che ripercorrono, in particolare, la storia del gruppo dal 1945 e, soprattutto dal 1969 al 2015; una raccolta che ha inizio nel 1995 quando la compagnia, proprio su impulso della Fondazione, da quall’anno in avanti fa più volte tappa in città: la prima volta con due spettacoli al Mercadante, quindi, nel 2003 con Living Theatre: labirinti dell’immaginario una mostra antologica con happening, concerti, performance di poesia e la prima mondiale di Enig‑ mas. Accanto a tutto questo, anche le sale con gli scatti dei fotografi napoletani – Cesare Accetta, Fabio Donato, Luciano Ferrara, Marialba Russo, Ciro De Falco – che hanno documentato la presenza del Living a Napoli e quelle dove apprezzare il talento pittorico di Julian Beck che testimoniano in che modo egli, già tra il 1945 e 1958, fosse parte del cambiamento artistico americano come esponente della scuola espressionista astratta di New York nella cerchia di Peggy Guggenheim e altre gallerie; da cui partì per maturare il suo successivo interesse per la scenografia e il teatro. Per visitare il museo bisogna raggiungere Materdei dove si trova Casa Morra. In cima a salita Raffaele, nascosto nel dedalo di strade e palazzi, s’incontra il monumentale palazzo dei principi Cassano Ayerbo D’Aragona che, nato come casino di caccia, verso la metà del XVIII secolo diventa dimora aristocratica. A caratterizzarla, lo scalone a matrice ottagonale con una rampa centrale da cui partono due laterali, frutto del genio architettonico di Ferdinando Sanfelice, e all’ingresso, in quello che era il giardino, una chiesa edificata dalle suore dell’Addolorata che dell’edificio sono state proprietarie dal 1906 sino a tempi recenti. Oggi il palazzo è spazio museale e sede dell’omonima fondazione voluta da Morra per promuovere la ricerca, la realizzazione e la divulgazione della cultura delle comunicazioni visive e per affiancare con mostre ed eventi, studi e seminari, l’esposizione permanente della collezione d’arte contemporanea.


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