DON CHISCIOTTE DELLA PIGNASECCA - Barra e Paone nel Cervantes di de Giovanni di

Un cavaliere errante nella Napoli del ’45


di Giuseppe Giorgio

E' con gli attori Nando Paone e Peppe Barra che Don Chisciotte e Sancho Panza, i due più celebrati personaggi della letteratura di tutti i tempi, artefici del capolavoro di Miguel de Cervantes, tornano a vivere in teatro grazie alla riscrittura di Maurizio de Giovanni. E, così, mettendo per un attimo da parte le popolari figure del commissario Ricciardi e dell’ispettore Lojacono, il giallista napoletano, con l’apporto del regista Alessandro Maggi, per la coppia PaoneBarra ha creato la tessitura di un viaggio inconsueto e ironico “alla ricerca di una identità posseduta e ogni volta riscoperta nell’immaginario del romantico e nobile principio del bene contro il male, combattuto ad ogni costo”. Tra le sofferenze procurate da una seconda guerra mondiale appena finita, il famoso cavaliere errante Don Chisciotte e il suo fido scudiero Sancho si agitano riflettendo sulle proprie realtà, configurandosi come “presenze salvifiche di un incontrastato mondo marcio, in un gioco di immaginazione e roboante creatività”. In scena al Teatro Diana di Napoli dal 7 al 18 febbraio, lo spettacolo offre una visione evocativa ricca di suggestioni, assumendo i tratti di una sottile inchiesta su quelle controversie capaci di andare al di là del tempo e che, in ogni epoca, diventano specchio della società. Con le musiche di Patrizio Trampetti e le scene e i costumi di Marta Crisolini Malatesta, il Don Chisciotte della Pignasecca, questo il titolo completo, fa rivivere al pubblico, con i suoi protagonisti, sia pure partendo da un’epoca più recente, l’utopia del presente e il dilemma dell’essere o meno sognatori o di scegliere la realtà a danno degli spazi inesplorati. “Ho letto per conoscenza il codice della cavalleria a cui si era riferito Cervantes per la sua opera – ha dichiarato Nando Paone in merito al personaggio di Don Chisciotte da lui impersonato – e mi è venuto da ridere nel constatare che sono anch’io un cavaliere per il mio idealismo, per il senso di giustizia e per quella certa svagatezza che mi appartiene. Quello che presentiamo è un progetto a cui con il regista Maggi, lo stesso che ha firmato la supervisione artistica del Don Giovanni con Alessandro Preziosi a cui ho preso parte, lavoro da circa due anni. Ed è stato per caso che si è configurata, grazie ad Artisti Riuniti, la possibilità di porlo in essere con me e Peppe Barra, un attore e cantante straordinario. “Il pubblico – continua Paone – si trova dinanzi a una versione del tutto particolare del capolavoro di Cervantes che, per effetto della riscrittura, vede i suoi protagonisti aggirarsi nella Napoli devastata del dopoguerra. È una storia diversa e nuova, capace di portare in scena una visione idealistica del mondo con la presenza di un Don Chisciotte più che mai attuale”. “Uno spettacolo che mi affascina – chiarisce Peppe Barra – giunto dopo la mia interpretazione del 1984 della stessa opera accanto all’attore Pino Micol per la regia di Scaparro. Si trattò di un’operazione multimediale che portò Don Chisciotte in tv, in teatro e al cinema. Oggi sto lavorando con entusiasmo al personaggio di Sancho Panza, immaginandolo più divertente. Grazie al testo di de Giovanni, il pubblico si trova al cospetto di una trascinante messinscena divisa tra il sarcasmo e il coraggio”.


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