IN VERITA', IN VERITA' VI DICO


Il Direttore di scena, il Disegnatore delle luci, il Produttore…, chi sono costoro?, si potrebbe chiedere uno spettatore vagamente imparentato col Don Abbondio manzoniano. E non avrebbe tutti i torti, dal momento che attorno ad attori e registi, riconoscibili in virtù del loro glamour, in teatro aleggiano molte altre figure professionali difficilmente identificabili perché durante lo spettacolo non entrano in scena, ma senza delle quali detto spettacolo non potrebbe aver luogo. Il Teatro Cerca Casa, nell’ideare una rassegna a latere, dal titolo lievemente ironico di “In verità, in verità vi dico”, intende dare visibilità a tutti questi ‘fantasmi del palcoscenico’, di cui soltanto gli addetti ai lavori conoscono bene la professione.


Manlio Santanelli




di Roberta D'Agostino


Dalla mente vulcanica del drammaturgo Manlio Santanelli nasce In verità, in verità vi dico… Incontri ravvicinati di teatro un ciclo d’appuntamenti in cui sono gli addetti ai lavori attori, registi, autori, tecnici di luci e suono, scenografi, costumisti etc. a parlare del loro mestiere al pubblico. “Speriamo – dichiara l’ideatore dell’iniziativa – di restituire soprattutto ai giovani qualche segreto che li aiuti a comprendere le ragioni e le difficoltà di scelte di vita come quella di dedicarsi all’arte scenica. L’idea è quella di formare un nuovo pubblico, più preparato, curioso, che affolli le sale in maniera consapevole e recuperi il ruolo di spettatore attivo”. Con l’attrice Isa Danieli e il direttore di scena Gigi Esposito si dà il via agli incontri in casa Santanelli. “Ho cominciato a fare questo mestiere – racconta l’artista napoletana – quando avevo dieci giorni perché mia madre faceva teatro e quindi non avrei potuto fare altro. Ricordo il primo incontro con Eduardo, avevo quindici anni e facevo la sceneggiata in teatri chiassosi in cui le madri portavano i figli a parcheggio lasciandoli liberi di fare ciò che volevano. Avevo sentito parlare di questo signore De Filippo che faceva spettacoli in un teatro silenzioso e decisi di scrivergli una lettera. Un giorno mia madre mi disse che l’amministratore di Eduardo mi cercava al telefono. Fu un colpo. 

Mi invitò a recarmi al San Ferdinando per sostituire un’attrice. Entrata in sala trovai lui e la suggeritrice sul palco. Mi lesse la parte da fare in Napoli milionaria! che non sapevo neanche cosa fosse, e la sera stessa debuttai. Feci tutte le repliche e alla fine lui mi disse: “Se vuoi io ti tengo in compagnia ma sappi che qui comando io”. “La parte più difficile l’ho avuta in La gatta Cenerentola. Durante il passaggio della tarantata dovevo lasciarmi andare a un momento dionisiaco che durante le prove non riuscivo a fare. Romolo Valli, che aveva preso lo spettacolo a scatola chiusa, quasi sul finale del percorso di preparazione dello spettacolo mi costrinse a fare quel pezzo. Aveva ragione Roberto De Simone, l’ho saputo fare ma con molte difficoltà” . “Agli inizi degli anni Ottanta – interviene Esposito – noi della nuova drammaturgia eravamo considerati folli e costretti a circuitare in teatri minori; una volta a Moliterno Isa Danieli e Roberto Herlitzka misero in scena Regina madre di Santanelli per due spettatori perché tutto il paese era a un matrimonio”. “Il regista è fondamentale – riprende l’attrice – senza di lui non faccio niente. Oggi è più facile perché con i registi è possibile dialogare sul personaggio, con Strelher o Eduardo era impossibile. “In Sogno di una notte di mezz’estate – continua Isa Danieli – dovevo simulare un parto in scena e dire delle cose; ho chiesto indicazioni al regista Claudio Di Palma e lui mi ha risposto: “Non ho mai avuto un figlio”. Nemmeno io, quindi mi sono messa da sola a studiare come dovevo fare e ho avuto molti complimenti proprio da Claudio per come è venuta la scena”.
“Il mondo teatrale è molto cambiato e non in bene. Tutto quello che abbiamo conquistato con enormi battaglie, i giovani del nostro settore lo stanno distruggendo”.




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