“Spider”, storia di un disagio

Regia di Renzi per il monologo tratto da McGrath


di Roberto D'Avascio

Parte da un romanzo molto popolare e di forte suggestione visiva, Spider di Patrick McGrath, l’ispirazione per la drammaturgia realizzata da  Francesco Paglino e Fabio D’Addio, Un sasso nella testa, riproposto al Teatro La Giostra/Speranzella 81 dal 9 all’11 marzo e prodotto da Teatri Uniti con la regia di Andrea Renzi. Un uomo racconta, nella penombra di una dolorosa realtà, le sue ossessioni e, attraverso il ricordo, tra lucidità e schizofrenia, la storia della sua infanzia. Agostino è rimasto orfano per mano del padre e di Gilda, una prostituta che prese il posto della madre. “Tutto nasce dal desiderio di creare un’occasione di approfondimento drammaturgico a partire dall’esperienza attoriale per arrivare alla costruzione di un monologo”. Renzi spiega questo percorso dando indicazioni sulla necessità dell’attore di adattare il soggetto al proprio vissuto e al proprio contesto sociale.
“La storia ha un andamento da thriller, quasi una evoluzione alla Edipo, poiché il personaggio scopre un poco alla volta di essere il centro colpevole della ragnatela che lo avvolge”. Interprete del monologo è lo stesso Paglino, che ha condotto negli anni laboratori teatrali nei dipartimenti di salute mentale e ha costruito la sua scrittura immaginando di dare la parola a un malato di mente con una grande storia da raccontare. “Abbiamo creato una nuova lingua, utilizzando il dialetto di Caserta, e trasferendo la storia da Londra a questa provincia meridionale. A differenza del protagonista del film di Cronenberg, che quasi non parla, – chiarisce Paglino – qui, invece, Agostino porta avanti un racconto importante. Lavoro in particolare sul disagio mentale, sulla memoria frammentata e sulle disconnessioni della personalità”. Fili di drammaturgia, dunque, per costruire una ragnatela scenica con al centro un accurato lavoro dell’attore sul personaggio.



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